La disfida dello "zaatar" e il debutto del primo network totalmente dedicato al cibo

04.05.2017

In Israele si gioca la “disfida dello zaatar”. Sul Corriere della Sera Davide Frattini racconta la storia di questa erba divenuta simbolo del conflitto tra Israele e la Palestina. “Una varietà di maggiorana - spiega - capace di insaporire i piatti ma anche di curare raffreddore e altri malesseri”. Ma in Israele la sua raccolta è vietata perché ritenuta una specie a rischio estinzione, mentre per i palestinesi “Il suo profumo diffonde la causa nazionalista”. (Corriere della Sera) @  “Mi fa sorridere una forchetta impugnata male e non mangerei mai l’uovo Balut delle Filippine”. Parola di Davide Oldani, chef del ristorante "pop" D’O di Cornaredo, che su Sette si racconta a Stefania Chiale in una simpatica intervista di cui lui stesso disegna le risposte, utilizzando un pennarello nero della figlia Camilla Maria. @ Ma da leggere su è anche la storia di Sartori, la storica gelateria di Milano avviata nel 1937 da Giorgio Sartori e divenuta negli anni un simbolo per gli amanti del gelato ma anche un luogo di passaggio per le celebrità, dai Beatles a Celentano. Alberto Oliva sul Giornale. @ 24 ore di cucina no-stop. E’ il format di Food Network, la rete che dal prossimo 8 maggio sarà visibile  in chiaro sul canale 33 del digitale terrestre che vedrà la cucina protagonista 24 ore al giorno. Tra i programmi proposti non mancheranno le produzioni straniere, da “A Tavola con Guy” a “Restaurant Impossible”, mentre la prima tricolore sarà “Italiani a tavola” (dall’8 maggio alle 20.10) e porterà la conduttrice Roberta Capua in giro lungo tutta la Penisola alla scoperta delle tavole più curiose delle famiglie italiane. (QN) @ E a proposito di programmi dedicati al gusto, parte questa sera su FOX (ore 20,45) anche “Bartendency”, il programma condotto dal barman Alessandro Procoli e dalla speaker radiofonica LaMario che “Punta a scovare il miglior miscelatore dello Stivale per farlo diventare Molinari Ambassador”. Diffondendo però la cultura del bere, non l’ubriachezza. (Libero)

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