Divieti in spiaggia, bando al sale e il viaggio tra i "Veg" d'autore

02.05.2017

Guerra aperta ai “fagottari” del lido di Ostia. Dopo i droni vietati sull’arenile di Forte dei Marmi, le feste sulla spiaggia bandite in quel di Rimini e la raccolta di sassi multata a Budoni, anche la Capitale “difende” le sue spiagge dai fagottari. Un’ordinanza balneare firmata dalla sindaca Virginia Raggi (e valida su tutto l’arenile romano, esteso su 25 km n.d.r) vieta “tassativamente” l’uso delle cabine per pernottamento e/o consumo di cibi. Una prescrizione che sta agitando gli animi, poiché a Roma la cabina non è considerata soltanto un appoggio logistico ma un vero e proprio simbolo, utilizzato da intere generazioni come luogo di ristoro in cui consumare il proprio pranzo portato da casa. (Corriere della Sera) @ Falsi magri a rischio come i veri grassi. Secondo quanto emerso nel corso dell’ultimo World Obesity Day, anche una semplice pancetta può diventare un pericolo per la salute a causa dell’adipe depositato sugli organi interni. (Corriere della Sera di domenica) @ Via il sale dalle mense degli asili nido. Su iniziativa dell’ Ats (ex Asl) di Milano è stata emanata una direttiva che impone alle mense degli asili nido del capoluogo di “eliminare il sale aggiunto” dai piatti serviti a tavola. Una soluzione adottata dalle autorità sanitarie per “Tutelare la salute dei bimbi e abituarli ai gusti naturali dei cibi, fin dalla tenera età”. (Corriere della Sera ed. Milano) @ E a Milano è ambientato anche il viaggio di Paolo Galliani alla scoperta dei 10 ristoranti “Veg” più in voga della città. Un tour attraverso i locali - sempre più numerosi - che uniscono agli ambienti di design una particolare vocazione per la cucina salutista e naturale, spesso frutto delle scelte degli stessi clienti; dal Joya Pietro Leemann al Mantra Raw Vegan; dal Noi Due al Radice Tonda, dal Cibò alla Vecchia Latteria. (Il Giorno) @ E a proposito di tendenze, dal capoluogo lombardo arriva anche quella che vede sempre più locali alla moda mettere da parte le carte dei vini a favore di quelle dei cocktail. Sull’onda di un’abitudine già molto diffusa all’estero, dove pasteggiare a suon di cocktail è la normalità, anche Milano accoglie nuovi ristoranti che hanno anche un bar dove si beve bene, da frequentare per l’aperitivo, la cena e il dopo cena. Come nel caso del Bove’s di via Cesare Sesto, del Bulk dell’Hotel Viu di via Fioravanti e del Dry Milano, da poco inaugurato in viale Vittorio Veneto, dove il barman Nicola Cavaliere ha rilanciato i “Fragrance Cocktail”, buoni non solo da bere ma anche da annusare. (Corriere della Sera).

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