Il viaggio che porta a Olivola ha un fascino tutto suo. Siamo in un paese dove le case sono state costruite completamente con la pietra tufacea e l’origine del nome si deve sia alla presenza degli ulivi, sia al colore della pelle dei saraceni che qui stabilirono il loro quartier generale, salvo lasciare, una volta sconfitti, un leggendario oro dei Saraceni che è ancora da ritrovare. Chissà se è questo il motivo che muove migliaia di persone a cercare rifugio nella frazione Moleto o se invece sono gli orizzonti bellissimi che danno sul mare di vigne del Monferrato. In questa stagione i colori sono struggenti, con le foglie ora gialle ora rosso fuoco che denotano i vigneti di cortese, barbera o grignolino.
Ma qui a Villa Guazzo, il vino top è l’
Albarossa e ovviamente Barbera; quindi Chardonnay e Pinot nero. Siamo in un’azienda vitivinicola che è entrata nell’orbita del gruppo Generali e l’enologo è Riccardo Cotarella, che ormai ha preso gusto a seguire le aziende del Monferrato (a Grana, esce il Ruché di Prediomagno ad esempio).
Villa Guazzo Candiani fu costruita nel 1585 ed oggi è la sede di un ristorante,
I Due Buoi, che da una settimana s’è sdoppiato: il
bistrot ad Alessandria, nel celebre albergo della città; il
ristorante gourmet in questa location da sogno, con una teoria di sale, un giardino ampio e poi l’infernot più grande di tutto il Monferrato che è uno spettacolo.
Ma spettacolare è anche la cucina di
Marco Molaro, cuoco friulano di 31 anni, che si è formato ai fornelli di Emanuele Scarello Agli Amici di Udine e che ad Alessandria riuscì ad ottenere la “corona radiosa”, oggi riconfermata dopo la prova felice che abbiamo fatto domenica. Con un servizio impeccabile, seguito dal direttore
Mauro Moro, ecco una teoria di
amuse bouche davvero invitanti.
Imperdibile fra gli antipasti l’insalata d’inverno con una cocktail di verdure di varie consistenze, dai topinambur alla scorzonera. Altri antipasti: lingua e lemongrass; battuta di fassona con colatura di alici e scalogno nero; club sandwich di capasanta, midollo alla brace e caviale.
In tavola,
pane e grissini prodotti in casa con le farine del Mulino Marino.
Notevole e ricco il
risotto con zucca e limoni alla marocchina, arricchito di mandorla e salvia; ma anche i plin con mousse di burro salato, i cappelletti di grano duro all’Erica blu, Timorasso e pere e lo spaghettone Benedetto Cavalieri con anguilla e cavolfiore.
Ai secondi ecco il piccione con Mosto di Barbera, l’agnello sambucano con patate, timo e camomilla, il calamaro arrosto coi ceci della Merella e brovada. Il piatto del Buon Ricordo resta la Fassona piemontese.
Al dessert, la selezione di formaggi oppure la stupenda
tarte tatin di sedano rapa e gelato alla ricotta di bufala.
In chiusura la
piccola pasticceria.
Altri dettagli, il menu denominato Quinto Quarto (la mia idea di frattaglie) a 55 euro e l’offerta dell’
olio monferrino “L’Ulivo” dell’azienda Oliviera di Olivola.
Un cuoco e una location davvero spettacolare, dove si spende il giusto per vivere un’esperienza di grande emozione. Bravi! Corona riconquistata.
I Due Buoi
via Vittorio Veneto 23
Olivola (Al)
tel. 366 2549251
http://www.iduebuoi.it/