(E)state senza prova costume e l'elogio della melanzana

06.07.2020

Grassi, ma liberi. Complice il lockdown, l’ansia da prova costume è stata fagocitata da paure di altro spessore e il terrore stagionale “di mostrare brandelli di ciccia molleggianti è stato annientato”. Lo scrive Serena Coppetti su Stile del Giornale spiegando come, per l’estate del 2020, l’unica tendenza che vale è che “Ognuno faccia quello che vuole e indossi quello che gli pare. Quello che fa sentire bene e che porta positività. Perché questo è quello di cui c’è davvero bisogno un quello sprazzo di vacanza che riusciremo a ritagliarci in questa strana ripresa”. @ Non tutte le insalate salvano la linea. Quella verde riempie il piatto, sazia lo stomaco e non pesa sulla bilancia, grazie al suo apporto energetico di sole 15 kcal per 100 g.  Bando invece alla caprese, deleteria per la gastrite, mentre riso, verdure e legumi hanno il via libera, purché non si accompagnino a tonno e formaggi. (Libero) @ In tema di salute e alimentazione, su La Verità di sabato è da leggere l’approfondimento di Gemma Gaetani dedicato alla melanzana, ortaggio simbolo del Belpaese “sano e curativo” che “Da quando è giunta in Italia nel Medioevo ci fa litigare per la paternità della parmigiana, il piatto che l’ha resa famosa”. @ E di paternità (vera o presunta) parla sulle stesse pagine anche Giancarlo Saran, che spiega come la cucina francese, in realtà, sia nata a Venezia. “Nella sua storia millenaria - scrive - la città lagunare è stata il centro del mondo per qualche secolo. Emporio riconosciuto del lusso europeo, ebbe piatti e tradizioni culinarie che furono copiate dalle corti parigine”. 

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