“Rispettiamo la magistratura, ma servono controlli chimici e non solamente sugli assaggi”. A parlare è il presidente di Assitol, Giovanni Zucchi, che su La Stampa interviene circa l’inchiesta che accusa sette aziende olearie di aver messo sul mercato olio che non era extravergine. “Siamo abituati a rispettare il lavoro della magistratura - ha detto - ma chiediamo anche certezza del diritto. L’olio di oliva è l’unico prodotto al mondo per cui sia previsto un panel test di assaggio con valore legale, ma la delicatezza della materia impone prove d’appello prima di formulare giudizi”. @ Intanto sul Giornale Andrea Cuomo propone un decalogo per imparare a scegliere l’olio giusto. La prima regola? Il prezzo: un bottiglia di olio extravergine non può costare meno di 6-8 euro al litro. Ma attenzione anche alle diciture riportate in etichetta, all’annata e al colore della bottiglia, meglio se scura perché più resistente alla luce. @ Una serie di etichette segnalerà quali sono i prodotti provenienti dalle colonie israeliane situate oltre le linee di demarcazione del 1967, che porteranno il marchio “made in te West Bank" oppure “made in Golan”. Lo ha deciso Unione Europea, specificando che si è trattato di una decisione puramente “tecnica”. Ma la reazione di Israele non si è fatta attendere e il ministero degli esteri di Gerusalemme ha sospeso immediatamente ogni dialogo con Bruxelles sulla questione palestinese. (QN) @ “Se in famiglia c’è qualcosa che non va, o qualche ferita nascosta, a tavola si capisce subito”. Così Papa Francesco, che ha dedicato la catechesi in San Pietro alla convivialità come “attitudine a condividere i beni della vita”. Secondo il pontefice, la dipendenza dei figli da computer e telefonini è deleteria per il dialogo e “Una famiglia che non mangia quasi mai insieme, o in cui a tavola non si parla ma si guarda la televisione o lo smartphone, è una famiglia “poco famiglia”. Da qui il suo messaggio: “Va recuperata la convivialità famigliare, pur adattandola ai tempi (…) La pubblicità l’ha ridotta a un languore di merendine e dolcetti, mentre troppi fratelli e sorelle rimangono fuori”. (Corriere della Sera) @ Tempi duri per San Carlo e Amica Chips. Le aziende legate al mondo delle patatine in sacchetto sono state condannate dal Tar del Lazio a pagare multe salatissime (di oltre 300mila euro) per pratiche commerciali scorrette e messaggi non veritieri. Secondo il tribunale, le pratiche commerciali avviate “Non renderebbero immediata percezione dell’effettiva composizione del prodotto, trasmettendo a prima vista un messaggio nutrizionale diverso rispetto a quello proprio del messaggio promozionale considerato nel suo complesso”. (Italia Oggi)