La degustazione di metà luglio rappresenta una svolta dei nostri assaggi eseguiti durante l’anno. In questa sessione confluiscono le cantine storiche, ma anche alcune novità, che ritroveremo sul palco di Golosaria domenica 5 novembre. Ecco, in sintesi, i nostri migliori assaggi.
La Boscaiola, cascina del 1600 nel cuore della Franciacorta, viene acquistata nel 1960 da Nelson Cenci, medico, alpino e scrittore che rileva la cascina e i suoi vigneti semiabbandonati e li ristruttura, ponendo le basi per la produzione vitivinicola che ancora oggi caratterizza questa tenuta situata ai piedi del Monte Orfano. Questo, con il suo sottosuolo minerale e l’esposizione a sud, garantisce un perfetto terroir per la maturazione del pinot bianco, fiore all’occhiello della cantina.
Il Franciacorta Cuvée Brut “La Capinera” ha colore paglierino classico; in bocca è secco, con generose bollicine che lasciano una sensazione di freschezza, come una lama e un finale sapido. Ottimo è poi il Franciacorta Cuvée Pas Dosé “Zero” che colpisce per le sue note verdi spiccate. In bocca appare croccante, fresco, tannico, diretto.
Punto di riferimento per gli appassionati di vino e per chi desidera conoscere più da vicino i classici vini irpini, l'azienda nasce negli anni Novanta grazie al fondatore Antonio Caggiano. Oggi alla guida c'è suo figlio Giuseppe, che cura i 30 ettari di vigneto impiantati con varietà di uve come l'aglianico, il fiano, il greco e la falanghina. La nostra degustazione parte subito con un notevole Greco di Tufo “Devon” 2022 che si presenta con un colore che va verso l’oro brillante. Al naso note di frutta matura, albicocca, pesca e frutta esotica, e una lieve nota iodata. In bocca l’ingresso è morbido e poi un’acidità fine, incisiva, con finale sapido.
Il Fiano di Avellino “Béchar” 2022 ha un colore più brillante, al naso senti più il miele e una caratteristica speziatura. In bocca è pieno e si avverte sempre la speziatura, prima della chiusura sapida. Capolavoro poi il Fiano di Avellino riserva “Vigna Isca” 2021. Ha colore oro, note di iodio, liquore Strega, limone della Costiera. In bocca è pazzesco: fresco, elegante, salino, molto persistente con cenni di idrocarburi, misti a gelsomino e menta. Questa cantina, lo vogliamo ricordare, fu Top Hundred, rara avis, per due anni sempre con il Taurasi rosso “Vigna Macchia dei Goti”. Il 2019 di questa etichetta si conferma grande, col massimo dei voti attribuitegli. Al naso senti note sulfuree che accompagnano la frutta matura, ma poi emergono incenso ed idrocarburi a segnare una straordinaria complessità. In bocca il velluto è piacevolissimo. Uno dei grandi Rossi italiani senza se e senza ma.
È una cantina della nostra predilezione, che in questa degustazione ci ha dimostrato come lavori sempre in meglio. Il Collio Pinot Bianco “Tàlis” 2022 ha colore paglierino, carico e luminoso; al naso tiglio, acacia, erbe aromatiche di grande intensità. In bocca è molto ampio, tannico, sapido. Mordente. Il Collio Friulano bianco “Ronco delle Cime” 2022 ha colore oro; al naso spiccano il mango e la papaia, ma anche note floreali di erbe di bosco. In bocca si presenta enorme: pieno, fresco, sapido. Ha grandissima persistenza e un finale ammandorlato. Sarebbe un vino Top dei Top tanto è buono, ma fu già Top Hundred nella prima edizione, per cui abbiamo cercato un vino che potesse eguagliarne la grandezza. Lo abbiamo trovato nel Collio Sauvignon “Ronco delle Mele” 2022 che pareggia la gradevolezza del campione precedente col suo colore brillante, le note al naso molto eleganti. Senti la pesca e la foglia di pomodoro; in bocca è graffiante, verticale, pieno, con la sua spada di acidità foriera di altri anni di affinamento.
Pia Pagani De Marchi, con il supporto dell’enologo Attilio Pagli, guida questa azienda che si estende per circa 6 ettari ai piedi dell’antico borgo di Casale Marittimo, nella provincia pisana. I vigneti sono coltivati a sangiovese, cabernet sauvignon e merlot e condotti in regime biologico per dare vita a vini di bontà rara come il Principe Guerriero (Top Hundred 2003). Il Costa Toscana Vermentino “Blumea” 2022 ha colore paglierino, note di albicocca intensa ed erbe aromatiche. In bocca è fresco, sapido, con una finale amaricante. Il Toscana rosso "Casa Nocera" Merlot 2019 ci è piaciuto molto per il suo spessore e la sua fragranza: è molto elegante, fin dal naso, mentre in bocca la sua rotondità è avvincente. E che dire della seta pura del Toscana rosso "Olmata" (merlot, cabernet sauvignon, sangiovese) 2019 che apre con una frutta incisiva molto fresca poi in bocca una trama filigranosa. Il Costa Toscana rosso “Principe Guerriero” (merlot, cabernet sauvignon) 2020 ci ha offerto la complessità che conoscevamo, essendo stato un Top Hundred memorabile già nel 2003. Qui senti note di malva e prugna e poi l’avvolgenza ampia e fine nello stesso tempo per un sorso piacevolissimo giocato sulla finezza dei tannini. Ma che dire del Montescudaio rosso “Montaleo” 2020 (sangiovese, merlot, cabernet sauvignon) che ti avvince con quelle sue note verdi di prato e un che di catalogna. In bocca è molto elegante, vellutato, speziato, fresco. Una sorpresa!
Cantina storica della zona della doc Soave, si conferma con una produzione della nostra predilezione. Il Soave Classico “Otto” 2022 ha colore paglierino scarico, da cui emergono note citrine di cedro, salvia; poi vira verso la pera e una nota vulcanica leggera. È già complesso. In bocca è secco e con nota aromatica sulla coda. Il Soave Classico “Monte Grande” 2021 fu il nostro Top Hundred nell’anno 2005. E si conferma grande. Il colore è brillante e al naso le note vulcaniche si avvertono. La sua speziatura minerale mostra eleganza; in bocca è rotondo, finissimo, ficcante, sapido. Ecco poi il Soave Classico “Staforte” 2021: colore brillante verso oro. Note di cedro molto verticali. In bocca è croccante e piacevolmente sapido. Il Valpolicella Ripasso Superiore “Morandina” 2020 è un vino che già al colore dice della vivezza che sentirete in bocca. Al naso ha note sulfuree; in bocca il suo equilibrio esprime eleganza. Iconico l’Amarone della Valpolicella “Morandina” 2017 che ha tutti i descrittori dei grandi vini: note di caffè, cioccolato si mischiamo alla frutta per godere di un bouquet complesso. Poi la suadenza del sorso caldo, di bel velluto, disteso, persistente. Di grande impatto è poi il Soave Classico “Colle Sant'Antonio” 2018. Qui il colore è oro puro; al naso emergono cenni di idrocarburi, ma anche un’albicocca intensa. È un vino complesso, pieno, che quasi si mastica, anche grazie ai suoi tannini. Grandioso.
La famiglia Pecorari è proprietaria di questa splendida realtà di San Lorenzo Isontino, con Alvaro alla guida, impegnato nella coltivazione delle vigne, seguendo con cura le tradizioni agricole della zona; l'azienda può contare su 74 ettari di terreno e un clima favorevole alla viticoltura. Di questa cantina che premiammo nel 2004 con il Friuli Isonzo Pinot Grigio “Gris” abbiamo assaggiato diversi campioni. Fra i più interessanti il Friuli Isonzo Friulano 2021 “La Vila” che ha colore oro e in bocca una trama fine, sostenuta da una bella verticalità.
Siamo in una cantina che ha dato avvio alla new wave dei vini toscani grazie a una collocazione particolarmente favorevole all'interno della zona del Chianti Classico, che però non ne ha impedito ai tempi anche scelte audaci come quelle perseguite dal patron Paolo De Marchi fin dal 1976. Iniziamo con il Toscana Chardonnay Collezione Privata 2021 dal colore paglierino brillante e poi note ematiche e fruttate. Ancora in cerca di un suo equilibrio. Il Toscana rosso Cepparello 2020 da uve sangiovese è rimasto un mito fra i SuperTuscan. Questo campione del 2020 spicca per le sue note di erbe officinali e rosmarino. In bocca la sequenza del sorso tende al velluto; è tannico con un finale amaricante. Tuttavia ci ha colpito, della medesima annata, il Chianti Classico 2020, un vino contadino e schietto, con leggere note ematiche, molto elegante e assai piacevole.
Questa è una cantina simbolo della Valle D’Aosta, che ha scritto pagine importanti sulla viticoltura di montagna. Oggi i figli di Costantino Charrère portano avanti con orgoglio una produzione di valore, che è possibile conoscere anche attraverso una interessante esperienza enoturistica. Fu Top Hundred, agli esordi, con il Valle d'Aosta Chardonnay “Cuvée Bois”, un mito che abbiamo riassaggiato nel millesimo 2021. Si presenta di colore oro brillante: al naso note di nocciola, burro e frutta matura; in bocca è piacevolissimo il suo ingresso morbido e la sua carezza tannica e minerale. Vino di grande suggestione. Molto buono è tuttavia anche il Valle d'Aosta bianco “Neige d'or” 2019, che ha colore oro, al naso note speziate, erbe aromatiche, naso fine molto elegante. In bocca è tannico e chiude con una nota amarognola piacevolissima. Curioso il Valle d'Aosta Merlot “Le Merle” vendemmia 2020 che offre frutta distesa al naso ma poi in bocca assume una piacevole eleganza, dove freschezza e tannicità rendono il sorso vibrante.
Debutta ufficialmente il Tujoski un vino orange, da uve riesling coltivate in Monferrato da un giovane promettente, Stefano Tucci, che già si è fatto conoscere con Grignolino d’Asti e Barbera d’Asti. Questo vino ha colore arancio; al naso senti le note di una caramella di miele e rabarbaro. In bocca è secco, verticale, tannico. Siamo sulla strada giusta che racconta la grandezza del terroir di Mongardino. Il Grignolino d’Asti “Preludio” 2021 al naso mostra note di mandorla dolce ed è molto tipico con i suoi tannini e la sua freschezza. Quest’anno lo abbiamo preferito alla Barbera “Malandrina” della medesima annata.
L’assaggio di tutti i campioni di questa cantina di Gian Luca Morino ci ha lasciati veramente senza parole, riuscendo a ottenere i 5 asterischi praticamente su tutti i campioni. A incominciare dal nostro Top Hundred del 2016, il Morinaccio sui Lieviti 2022. Colore violaceo impenetrabile, naso speziato con la mora di rovo in evidenza. In bocca è cremoso, tannico fresco. Da applausi anche il Morinaccio sui Lieviti 2021 che si presenta ancora più ampio ricco, fresco, con la sua anima contadina che anche questa volta ci ha commossi.
Ottima sorpresa questa cantina nuova al Golosario che abbiamo intercettato di recente. E’ la cantina di Alberto, Antonella, Cesare e Luigi Roggero, nipoti del fondatore, rinata nel 2013, per una produzione di appena circa 18.000 bottiglie di Barolo e 9.000 di Barbera d’Alba, i vini più rappresentativi. Tre i campioni assaggiati in questa tornata. La Barbera d’Alba ‘Na Stissa 2018 mostra note ficcanti che ricordano la dolcezza della caramella Rossana. È una Barbera molto buona, vellutata, fresca, bellissima espressione langarola. La Barbera d’Alba superiore 2018 al naso evoca intensamente la viola con l’alcol che spinge la persistenza. Molto piacevole, ampia, elegante. Ma che dire del Barolo “Capalot” 2018 che è una promessa certa per questa cantina da conoscere. Ha colore rubino trasparente, naso profondo e fine con note di china e grafite che rendono omaggio a questo cru ancora poco valorizzato. Che eleganza e finezza è stato il commento dei tre degustatori.
Ed eccoci da un nostro storico produttore che incontrammo la prima volta a Roma, all’Abbazia delle Tre Fontane, quando nell’anno 2000 presentammo quel Golosario, che poi sarebbe uscito tutti gli anni, fino ad oggi. Ce lo presentò il professor Corrado Barberis e ancora oggi ci viene in mente lo stupore di quell’assaggio, che poi divenne Top Hundred nell’ anno 2003 con l’Aglianico del Vulture “Roinos”. Ma questa volta, pur avendo riassaggiato il Roinos 2017 anche nella versione riserva, abbiamo preferito la graffiante eleganza dell’Aglianico del Vulture “Covo dei Briganti” 2017, un vino che esprime al meglio la vocazione varietale dell’aglianico. Si mostra subito elegante al naso, mentre in bocca i tannini sono ben amalgamati lasciando spazio alla freschezza del sorso.