Fine della vendemmia e il boom del vino italiano all'estero

26.10.2015

“I vini italiani non temono i francesi e sanno invecchiare”. Così Paolo Massobrio, su La Stampa di domenica, racconta della fine della vendemmia e di quei rossi importanti e “corposi” che pensano al mercato estero perché in Italia non hanno tutto il riconoscimento che meritano. “Il grande rosso è poi quello che invecchia - scrive Massobrio - e c’è chi rimane ciccione con le rughe (come l’Amarone, che ha alcol predominante e spezzature profonde) e chi mostra un fisico asciutto (come il Barolo, che esprime eleganza e altre spezzature)”. @ E a confermare i dati positivi del vino italiano è anche l’annuale analisi diffusa da Rabobank, che ha evidenziato come il 2015 sia stata per il vino italiano un’annata storica, caratterizzata anche da un aumento dell’ 11% delle vendite online, cresciute più del doppio rispetto ai canali tradizionali. A favorire questo scenario il calo dell’euro, il crollo dello sfuso (-13,3% nei primi mesi dell’anno) e una maggiore attenzione alla qualità da parte dei consumatori, con dati positivi anche in Francia, Spagna e USA. (La Stampa) @ Ma di vino parla anche Aldo Grasso, che sul Corriere presenta la guida di Luciano Ferraro “Vignaioli e vini d’Italia 2016”; in edicola da oggi: è un viaggio attraverso 200 cantine in cui sono raccontate anche le storie e le passioni che si celano dietro a ogni bottiglia. (Corriere della Sera)

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