Formaggi d'Oltrepò, pesci d'acqua dolce e la rinascita delle patate di montagna

19.05.2017

Con le mie capre ho detto no a Eataly”. Parola di Chiara Onida, una ex professoressa di matematica che oggi nell’Oltrepò produce 18 varietà di formaggi per le boutique gastronomiche italiane ed estere (fin dagli inizi recensita sul nostro Golosario) e che sul Corriere della Sera si racconta: “La nostra filiera non ha affinità con il sistema di Farinetti. La grande distribuzione non mi interessa. Io resto umile”. @ Ma da leggere è anche l’intervista a Roberto Maroni, che sul Giornale racconta ad Andrea Radic le sue passioni culinarie: “Sono frugale - spiega - ma amo il fast food di qualità, soprattutto se consumato in piedi. (…) Ai fornelli? So cucinare solo il risotto alla milanese”. @ Boom per i pesci d’acqua dolce. Sempre più chef utilizzano nelle loro ricette i pesci di fiume e lago, accendendone il sapore con tecniche e cotture nuove. Ne parla sul Corriere della Sera Alessandra Dal Monte, che spiega come questa scelta possa essere sostenibile anche per dare respiro alla filiera del mare, ormai troppo sfruttata. @ Profughi-coltivatori a scuola per salvare le patate di montagna. E’ il succo del progetto lanciato dall’ “Isola di Ariel”, una cooperativa di Lurisia che gestisce 45 profughi che la prossima settimana inizieranno uno speciale corso di agricoltura che insegnerà loro come coltivare le piante di patate sui terreni impervi e aspri delle montagne cuneesi. Il servizio di Chiara Viglietti su La Stampa di oggi. 

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