Ho rincorso Ampelio Bucci al telefono, ma l’impresa risulta pressoché impossibile. Solo per dirgli che negli anni avevo sempre preso in considerazione i suoi grandi bianchi, nelle due versioni, ma mai i rossi. Così, complice il regalo di Natale che arriva sempre a fine gennaio (è una strategia di Ampelio, ormai da anni) ho radunato le bottiglie rimaste in cantina, trovandomi con 8 campioni, capaci di farci fare (eravamo in tre, con Fabio e Federica) una significativa verticale.
La famiglia Bucci è originaria di Montecarotto, uno dei centri eroici dei castelli di Jesi. L'agricoltura è nel loro DNA, anche se poi le diverse carriere li hanno condotti molto lontano da qui. Ampelio Bucci vive a Milano, ma ha recuperato questa antica vocazione familiare e l'ha unita alla capacità di vedere oltre che i grandi imprenditori posseggono. Così, nel 1983, decide di puntare sul Verdicchio, quando ancora questo vino era svilito dalle folkloristiche bottiglie ad anforetta servite nelle pizzerie di mezza Italia. Con l'aiuto del grande enologo Giorgio Grai, ne fa un vino di struttura, elegante, longevo.
Il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva “Villa Bucci”, che abbiamo premiato come Top Hundred, rappresenta tutto questo e sempre (il nostro assaggio avviene tutti gli anni) un bianco che profuma di sambuco e tigli, con il finale ammandorlato proprio dei migliori esemplari di questa denominazione e stoffa persistente, capace di attraversare indenne un decennio.
Della stessa cantina, come detto, abbiamo a lungo trascurato i rossi, fino all'assaggio durante il lockdown di bottiglie di oltre vent'anni e il Rosso Piceno “Pongelli” 1995 che ha rappresentato una straordinaria sorpresa: fresco, tannico, con quelle note speziate di grafite invitanti. Un invito a guardare il lato rosso di questa azienda, in una verticale che ha coinvolto i due Rosso Piceno basati sulla stessa percentuale di montepulciano (70%) e sangiovese (30%), in verticale.
Parte altissima questa verticale, da un campione invitante fin dalla vista con un colore rubino pieno. Al naso è caldo con sentori netti di prugna accompagnati da una vena balsamica. In bocca è rotondo, elegante, tannico con un finale di liquirizia.
Rosso Piceno Pongelli 2019
Forse l'assaggio meno convincente della batteria. L'evoluzione al naso è interessante, con il fruttato che lascia spazio alla parte verde, alla liquirizia, ma anche all'anima minerale, di pietra. In bocca manca quella vena acida a sostenere un sorso che appare leggermente sfuggente.
Rosso Piceno Pongelli 2014
Un grande rosso che fin dal naso mostra una finezza inaspettata, con tutta l'eleganza del sottobosco combinato alla viola e alla noce. In bocca c’è una inaspettata freschezza, ingentilita da un tannino sottile
Rosso Piceno Pongelli 2012
Cresce ancora la complessità olfattiva di questo vino che sviluppa maggiormente le note terziarie e la parte dolce, di cioccolato, accompagnata dalla menta. In bocca i tannini fini trascinano l’acidità in un sorso piacevolissimo. Il 2012 qui è stata una bella annata vista dal Pongelli.
Rosso Piceno Pongelli 2011
Stupisce la vivacità, la freschezza di questo vino che ha tagliato il traguardo dei dodici anni e che è in grado di dirci quali potenzialità straordinarie abbia. Il campione assaggiato non dà segni di cedimento: al naso però la frutta lascia quasi completamente campo al fiore in essenza e alla freschezza della mentuccia che qui emerge netta. In bocca ha la stessa vitalità, il sorso puntinato di tannino è tutto equilibrio, di grande distensione.
L'ultimo campione sul mercato di questo rosso d'autore si dimostra già pronto per l'assaggio. Di colore porpora impenetrabile, ha naso molto fresco, ampio, con profumi di lampone e mandorla, che poi evolvono in speziature di chiodi di garofano. In bocca è elegante, con un tannino ben disteso.
Rosso Piceno Villa Bucci 2015
Mantiene il bel colore che lo contraddistingue, il naso però fa tutto un altro racconto. Ha naso di sottobosco, amaretto, frutta sottospirito che nel bicchiere evolve in oliva in salamoia. In bocca è imperioso: ampio, tannico, con finale sottilmente amaricante.
Rosso Piceno Villa Bucci 2013
Dieci anni che non segnano neppure un accenno di decadimento, anzi è proprio la freschezza ad emergere. Al naso c'è la frutta secca che si accompagna alla menta, che qui sviluppa appieno la sfumatura che avevamo colto negli altri campioni. In bocca è perfetto nel senso autentico di questo aggettivo, cioè compiuto. Un vino che ha raggiunto appieno tutte le sue possibilità: possente, ampio, con un tannino carezzevole.
Complimenti Ampelio!!!
Nella foto Ampelio Bucci, premiato a Golosaria Milano 2022, tra le Cantine Memorabili