Il vino del futuro è quello che ha radici ben salde nel suo passato. Questo il riassunto di quanto emerso ieri pomeriggio, a Torino, nell’ ambito dell’incontro organizzato da La Stampa in collaborazione con Vinitaly e Regione Piemonte, che ha visto giovani produttori piemontesi confrontarsi sul futuro del vino. Ad aprire l’incontro il direttore de La Stampa, Maurizio Molinari, che ha sottolineato l’importanza della scommessa sulle proprie radici per ogni viticoltore. Ma la tavola rotonda è stata anche occasione per svelare i momenti più importanti della 50^ edizione di Vinitaly, in programma dal 10 al 13 aprile a Verona. “L’edizione del cinquantenario - ha confidato il presidente di VeronaFiere Maurizio Danese - sarà inaugurata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e vedrà la presenza del Premier Matteo Renzi, che arriverà con l’imprenditore cinese Jack Ma, patron del colosso di e-commerce Alibaba". E tra le presenze più importanti ci sarà quella del Piemonte, rappresentato all’evento da 450 aziende. “Ci sono aziende piemontesi - ha proseguito Danese - che hanno partecipato a tutte le edizioni e che abbiamo deciso di premiare perché hanno fatto anche la nostra storia”. E 15 di loro saranno celebrati in “OperaWine”, la selezione di elaborata da Wine Spectator che premia anche per l’export nomi come Mascarello, Braida, Bruno Giacosa, Mirafiore, Cavallotto, Ceretto, Elvio Cogno, Massolino, Damilano,Gaja, Poderi Aldo Conterno, Renato Ratti, Luciano Sandrone e Vietti. Ma quale sarà la sfida da vincere per conquistare mercati e consumatori? Lo ha chiesto Paolo Massobrio ai 10 produttori saliti sul palco in rappresentanza delle zone vinicole piemontesi, che hanno premiato la comunicazione. “Un elemento fondamentale, ma anche un nervo ancora troppo scoperto" (La Stampa) @ Ma quella di ieri per Vinitaly e' stata anche la giornata lombarda, con la presentazione al mattino nella sede della Regione a Milano. E l’incontro è stato occasione per presentare i dati del successo dei vini Lombardi, sempre più apprezzati nel mondo. A confermarlo i dati sulle esportazioni, che tra il 2010 e il 2015 hanno registrato un aumento del +20% raggiungendo i 225 milioni di euro. In testa ai Paesi più favorevoli il Regno Unito (+392,2%) e il Belgio (+362,7%), seguiti da Messiico, Paesi Bassi e Hong Kong, mentre tra i vini più richiesti vince il Lugana con il 75% delle preferenze, seguito dal Valtènesi (32%), dai vini della Valtellina (25%) e dai vini Mantovani (25%). (Libero)