Giovani e alcool, agricoltura under 40 e l'interruttore del junk food

02.11.2017

Halloween? E’ solo una scusa per ubriacarsi. Su Il Giorno l’affondo di Annamaria Lazzari sulla ricorrenza importata dall’America diventata occasione per molti giovani di “prendersi una sbornia colossale”. “L’imperativo - scrive - è bere dal collo della bottiglia che ci si passa di mano. Non solo birra o vino, ma anche rum e vodka, spesso associati a bibite gassate o succhi di frutta”. E trovare le bottiglie è cosa semplice: in tutta Milano da tempo sono sbucati minimarket aperti tutta la notte dove chiunque può acquistare birre da 66 centilitri a 1,50 €. @ Ma a fronte di un allarme sull’abuso di alcool, sono sempre di più i giovani che riscoprono l’agricoltura. Solo in Valtellina, 6 stalle su 10 sono guidate da un imprenditore under 40 e in tutta la Lombardia sono 4.647 le imprese under 40 nel settore, dove le “quota rosa” toccano addirittura il 23%. Claudia Osmetti su Libero. @ “La gastronomia è un’arma dei poveri, non dell’elite”. Alla vigilia del trentennale di Slow Food, su Il Fatto Quotidiano è da leggere l’intervista al fondatore Carlo Petrini. “Dobbiamo ridare dignità al mondo rurale - dice - o l’urbanizzazione ci soffocherà”. @ Presto sarà possibile manipolare il meccanismo attraverso il quale il cibo-spazzatura rifornisce di benzina i tumori. La scoperta si deve ad Antonio Moschetta, docente dell’Università di Bari che insieme al suo team è riuscito a individuare e manipolare l’interruttore genetico che si “accende” in risposta a una dieta ricca di grassi, responsabile dell’insorgenza dell’epatocarcinoma. “Abbiamo scoperto una nuova strada - spiega Moschetta - Speriamo che in futuro ci consenta di prevenire e trattare in modo più efficace l’epatocarcinoma”. (La Stampa)

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