Gramellini e Massobrio sullo spaccio di merendine a scuola: spirito imprenditoriale o comportamento da correggere?

23.11.2016

Fa discutere il caso dell’adolescente di Moncalieri protagonista di un singolare business scolastico: la vendita di merendine sottocosto rispetto al bar dell’istituto. Il giovane Antonio, che per la stessa attività era già stato sospeso lo scorso anno, ora rischia una nuova punizione con l’aggravante della recidiva. Massimo Gramellini nel suo Buongiorno titola “Lo spacciatore di merendine” e pone l’accento sullo spirito imprenditoriale del giovane che affascina molti (e infatti la notizia ha già fatto il giro del web): “Di lui piace - scrive Gramellini - lo spirito la diversità che lo rende inviso al sistema, messo in crisi dal suo spirito di iniziativa. E il sistema reagisce, normalizzando il diverso in nome delle regole”. “Antonio - continua Gramellini - dice: puniscono me e non il pusher che nello stesso corridoio smercia la droga. Per fortuna nel sistema c’è una crepa: un preside intelligente. Ribalta la decisione dei sottoposti di sospendere lo spacciatore di merendine e propone di affidargli un progetto imprenditoriale. Applausi (e tasse, ma in modica quantità)”. Sullo stesso tema interviene anche Paolo Massobrio, che su Avvenire pone invece l’attenzione sulle reazioni al gesto del ragazzo: “In Giappone avrebbero posto l’accento sull’attività illecita, che è sconveniente in una società ordinata: in Italia si monta un caso, con tanto di lettura creativa. E i pusher che vendono droga davanti alle scuole o gli zaini che nascondono marijuana. C’è sempre qualcosa di peggio che alla fine asseconda una deviazione che è un po’ meno peggio”. E continua: “Ecco la differenza tra l’Italia e il Giappone: da noi la verità delle cose è sempre relativa e serve a fare spettacolo. Come la politica. Che sembra non essere più, per dirla alla Gaber, partecipazione”.

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