Il primo è un amaro che arriva da lontano. Si chiama Naranji, che in arabo significa arancia, e nasce per volontà di Domenico Gentile che ha recuperato la ricetta originale dal quaderno della zia badessa in un convento di clausura palermitano. Due le tipologie di arance impiegate: la Tarocco e l’Arancia Amara, selvatica, che cresce a latere degli aranceti e non può essere consumata in purezza ma dà ottimi risultati nelle confetture e nei dolci. Abbinate alla menta e ad altre quattro erbe segrete, regalano un amaro che spinge l’acceleratore sulla freschezza.
Ancora Sicilia e ancora tanto carattere nel bicchiere per altri due amari protagonisti a Golosaria Milano. Carciofo violetto di Sicilia, messo in infuso per intero, e menta nepeta, varietà selvatica assai diffusa alle pendici dell'Etna e dotata di un particolare, intenso e gradevole profumo, sono gli ingredienti miscelati dai fratelli Giuseppe e Leonardo Di Trapani per il loro Amaro Siciliano. Viene da loro proposto anche con aggiunta di arancia dolce siciliana. Gustosi ed equilibrati, dalle notevoli proprietà digestive. Cos’altro aggiungere?
Amaronna è invece il brand creato dalla famiglia Bruccoleri di Niscemi per delineare una gamma di amari che ha nelle materie prime autoctone – i migliori frutti e le erbe aromatiche del territorio siciliano – e nelle lunghe e scrupolose infusioni, il punto di forza. Dovete degustarli uno a uno: oltre al classico al carciofo di Niscemi, ci sono infatti l’Amaro all’arancia di Sicilia, al gelso nero dell’Etna, alla Melagrana, alla Maracuja, al Ficodindia di San Como.
Risaliamo la Penisola e fermiamoci nell’Agro Pontino laziale. Vincenzo Piccolo, titolare della Locanda Bonifacio VIII di Sermoneta, dopo un anno di esperimenti, nel 2019 ha creato l’
Amaro Piccolo, dal sapore deciso e dal profumo intenso, la cui ricetta, oltre a una preziosa miscela di erbe, vede anche il
Merancolo, arancia amara selvatica sermonetana dal succo molto acre e leggermente amarognolo dalle straordinarie proprietà digestive. Di colore scuro, con una gradazione alcolica pari al 30%, può essere bevuto come digestivo e si può consumare sia freddo sia con molto ghiaccio e una fettina di arancia. Tutto da scoprire!
Poteva mancare la presenza di un distillato friulano, culla storica degli spirits? Certo che no, e allora facciamo entrare in scena un big che commuove solo a scriverne il nome,
Domenis 1898. Personalità, tradizione, ricerca sono tre caratteristiche che contraddistinguono questa azienda che molti associano alla linea Storica, perfetto connubio tra gradazione alcolica (50° alc.) e corredo di aromi: Storica Nera, così come la Storica Riserva, invecchiata in botti di rovere, e Storica Bianca da vinacce di uve a bacca bianca. Ma c’è da provare la linea Vegan, con tre prodotti vegani e biologici certificati, e TRITTICO, la linea composta da prodotti premium con un taglio moderno e con un packaging accattivante ed essenziale, che entrano a far parte della selezione DOMENIS1898 dedicata soprattutto alla mixology. Imperdibili.
Ed ecco ancora altri tre storici brand – questa volta piemontesi – che si sono affermati a livello internazionale grazie alla serietà e alla bontà di un lavoro che ha radici lontane. Gamondi e Toccasana sono infatti due storici marchi della tradizione piemontese, ora in mano al gruppo Toso, che già vanta di suo un proprio ricco palmares. Qualche dato ad anticipare gli assaggi di Milano: il
Vermouth di Torino Superiore Rosso Gamondi, eccellenza recuperata da una ricetta originale di fine Ottocento a base moscato, ideata da Carlo Gamondi, ha vinto il titolo di Vermouth dell’anno 2020. Il Bitter Gamondi, l’aperitivo nato dall’infusione di erbe e piante aromatiche divenuto un must della mixology, ha invece vinto la medaglia d’Oro.
E poi un capitolo tutto suo – anche del cuore – merita il
Toccasana Negro, l’incredibile elisir di 37 erbe, fiori, bacche e radici, coltivate e selvatiche, dotate di proprietà digestive, inventata a inizio Novecento da Teodoro Negro a Cessole (Asti)!
La
grappa sincera, che esprime finezza e note eteree infinite? Ce l’abbiamo ed è quella di
Gualco, un nome, una garanzia, se è vero che ha appena festeggiato i 150 anni di attività della distilleria. Oltre alla grappa col metodo a bagnomaria alla Piemontese, non lasciatevi sfuggire l’occasione di assaggiare i liquori unici, che alla base hanno le grappe, aromatizzate successivamente con infusi di erbe, piante e bacche. Da ricordare sono anche l’Amaro Soldatini e i loro vermuth. Distilleria senza segreti e con un patrimonio inesauribile di conoscenza.
Chiudiamo i magnifici 8 con una novità di grande spessore che rinnova la tradizione dei grandi Gin italici. Viene dalla Basilicata e si chiama
Gin Ginuino, la costola distillata di un progetto più grande, Genuino, che già avevamo conosciuto a Golosaria con i loro peperoni cruschi (avevano sbancato, nel 2019). E proprio il peperone crusco è forse l'ingrediente più caratteristico tra le 12 botaniche usate. Ma non la più pregnante, perché a spiccare su tutte è la potenza del ginepro coccolone raccolto nella macchia mediterranea attorno a Policoro, che s'incolla alle papille e non va più via. Tra le altre (sono 12 in totale), liquirizia, origano, camomilla e foglie d’ulivo. Il sorso è fresco, piacevolmente balsamico, amaro il giusto, secco e complesso. Unico e senza rivali.