Igiene in cucina e il rinascimento della selvaggina

12.12.2016

Quanto conta l’igiene in cucina? Ne parla Alex Saragosa, che sul Venerdì di Repubblica riprende la critica mossa dalla nutrizionista americana Nancy Cohen, che ha accusato i cuochi a stelle e strisce di essere poco attenti alle regole base dell’igiene in cucina. “Sarebbe importante che negli show televisivi spiegassero le norme igieniche da seguire - ha commentato la Cohen - per poi giudicare i concorrenti anche in base al loro rispetto”. @ Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’intervento di Luigi Ripamonti, che su Sette riporta la regola dei 5 secondi: “Se qualcosa da mangiare cade sul pavimento - scrive - occorre raccoglierla entro cinque secondi, se volete essere sicuri di non incorrere in contaminazioni alimentari”. Una certezza messa però in discussione dai ricercatori della Rutgers University del New Jersey, che hanno provato come, per scongiurare il rischio di infezioni soprattutto se il pavimento non è pulito, il numero di secondi debba necessariamente diminuire. “Diventiamo nevrotici o ci rassegnano a vivere in un mondo pieno di microbi minacciosi? - conclude Ripamonti - Nè l’uno né l’altro. Infatti siamo dotati di un sistema immunitario e quindi non è il caso di vedere germi dappertutto. D’altro canto, se ci ricordiamo di lavare spesso le mani, specie prima di mangiare, oppure quando tocchiamo oggetti che molti altri hanno maneggiato prima di noi possiamo ridurre, per esempio, il rischio di raffreddore o influenza quando l’infezione circola”. @ Da leggere su La Stampa la storia di Dario Perruca, il 35enne cuneese presente alla 106^ edizione della Fiera nazionale del Bue Grasso di Carrù (Cuneo) che dopo aver abbandonato il lavoro come perito meccanico si è dedicato ai buoi proseguendo la tradizione di famiglia. E che oggi unisce tradizione e innovazione esportando bollito sotto vetro preparato secondo la ricetta tipica: un marchio registrato nel 2014 che in Polonia ha già conquistato i palati di molti. @ Nelle dispense degli chef torna in auge la selvaggina. Sempre più utilizzata, sia nei ristoranti che in versione street-food, la cacciagione è considerata magra e molto più sana di altri tipi di carne. E a celebrare la sua riscoperta arriva anche un libro, firmato da Michele Milani e Igles Corelli, dal titolo “La Caccia”. @ E di letture culinarie parla anche Luciano Ferraro, che sulla stessa pagina segnala il libro dal titolo “Volevo fare il pasticcere”, la storia della famiglia Balocco attraverso quattro generazioni, due secoli di storia e una profonda passione per la pasticceria. (Corriere della Sera di venerdì) 

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