Come sappiamo, la distinzione, intesa come argine alla crescente omologazione dei prodotti alimentari, è il fil rouge che attraversa gli eventi di Golosaria quest'anno. Ci sono molti modi di distinguere i propri prodotti, mettendoci la grande qualità del lavoro artigianale ben fatto, la valorizzazione di un territorio di appartenenza o una storia (perché anche la nostra storia ci distingue ), fino all'indentità personale di ciascuno, che include la passione messa nel proprio lavoro.
Ogni espositore ospite di Golosaria, si distingue in modo proprio, ma tra i tanti un esempio calzante di distinzione arriva da un partner storico della manifestazione: Petra – Molino Quaglia. Ne sono testimonianza le parole di Piero Gabrieli intervistato da Paolo Massobrio, nel video postato in questa pagina.
Nell'intervista infatti il direttore marketing di Molino Quaglia affronta il tema della distinzione raccontandoci il grande progetto della farina Petra Evolutiva in Sicilia e partendo dalla distinzione tra le spighe, che (quando non sono cloni di una stessa varietà) ma semi di un miscuglio di oltre 2.000 varietà diverse coltivate in regime biologico ad alta quota, si distinguono in campo per forma e comportamento della pianta che si adatta a condizioni climatiche diverse, restituendo raccolti molto diversi tra loro a seconda delle annate e dei campi.
Ma la distinzione di cui parla Gabrieli si estende oltre la varietà genetica delle spighe di grano e comprende la distinzione di un nuovo modo di lavorare che include l'attenzione per l'ambiente e per i territori che si differenziano tra loro.
Il progetto di Petra in Sicilia, che abbiamo raccontato in precedenza in questo articolo de ilGolosario (link), distingue infatti la produzione dei diversi territori, laddove il raccolto di ogni campo, adottatto da un cliente, è insaccato e macinato a parte in un mulino locale, in modo da restituire al cliente esclusivamente la farine del proprio ettaro di terreno. La distinzione dal campo viaggia così attraverso la filiera, diventando distinzione anche per l'artigiano (pizzaiolo, panettiere o ristoratore) che lavorerà con una farina propria. Ma può arrivare pure nelle case di consumatori accorti, che fanno propria la scelta di consumare in modo meno omologato e adottare un ettaro di terreno attraverso un gruppo di acquisto.