Il marchio Made in Italy non decolla e Dall'Ava va in Francia

06.03.2017

Il marchio Made in Italy non s’ha da fare. Il poligrafico ha completato la realizzazione tecnica del bollino di qualità che però trova le resistenze di molti operatori e consorzi. Il punto più spinoso riguarda i prodotti lavorati nel nostro Paese ma con materie prime estere. L’accordo a falde larghe non piace ad esempio ai produttori di vino che dicono: abbiamo già un sistema di qualità basato su Doc e Docg. Intanto il falso Made in Italy continua a macinare bilanci da record: secondo uno studio di Federalimentare e Confindustria il falso tricolore costa ogni anno cento miliardi di export e 300mila posti di lavoro. @ Un’altra eccellenza italiana vola Oltralpe: si tratta dell’azienda Dok Dall’Ava, leader nella produzione di San Daniele. Il gruppo francese Ca Animation ha annunciato ieri di aver acquisito la maggioranza del prosciuttificio italiano. Carlo Dall’Ava rimarrà però come azionista e come amministratore delegato. (QN) @Il 2016 è stata un’altra annata negativa per la produzione di olio d’oliva: il 58% in meno rispetto all’anno prima e, in termini di volumi, ancora peggio del terribile 2014. L’unica consolazione è per la qualità che si annuncia super. (La Stampa di domenica) @ L’olio italiano subisce anche la concorrenza dell’olio, pur dichiarato made in Italy, che è invece ottenuto da materie prime di mezzo mondo. Lo scrive Il Fatto Quotidiano che riprende un’indagine di Mi manda Rai Tre: su 10 bottiglie analizzate, solo in 6 le informazioni in etichetta corrispondevano al contenuto.

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