Il nuovo polo del caffè, guerra alla tassa sul sapore e la rivincita dell'Irish whiskey

19.04.2021

In Valfenera nasce il polo della tazzina. Sul Corriere della Sera di Torino Carolina Vergnano svela il progetto che trasformerà una ex fornace in un sito produttivo di miscele e chicchi. “La sostenibilità - spiega - è il nostro core business, stiamo lavorando a packaging in pet riciclato e a macchinari che recuperano calore”. @ Nel mondo delle bevande va in scena la guerra alla tassa sul sapore. Su Repubblica parla il presidente di Assobibe, Vito De Ceglia, che spiega come sugar tax, plastic tax e Covid-19 possano dare il colpo di grazia alle aziende di analcolici, molte delle quali sono piccole. @ Scenari più “rosei” si prospettano invece per Niasca Portofino, piccola azienda del Tigullio famosa per i soft drinks come chinotto e mandarinati che ha stretto un’alleanza con Velier - storico importatore di spirits - e, dopo essere approdata con le sue bevande sugli scaffali di Eataly, comincerà anche un percorso di internazionalizzazione basato su nuovi prodotti. Tra questi una nuova gamma di soft drink senza zucchero - limonata e mandarinata - pensati non solo per l’Italia ma anche per il resto d’Europa. Le nuove bibite vedranno la luce entro qualche settimana e con Velier si pensa di portare il fatturato da 3 milioni di euro a 10 nell’arco di cinque anni. (Corriere della Sera) @ Il vino italiano resiste alla crisi. Stando ai dati diffusi dal Centro Studi DIVULGA, nel primo mese dopo la Brexit si è già verificato un crollo del 36% delle esportazioni di vino italiano in UK. Ma si tratta di incertezze che in parte sono sono fugate da altri numeri che prospettano una situazione migliore. Nell’anno del Covid, per esempio, il sistema vinicolo cooperativo è riuscito a confermare il proprio fatturato (+1%) con un aumento delle vendite nella gdo (+6%) e all’estero (+3%). Ne parla Andrea Zaghi su Avvenire. @ Da cugino povero dello Scotch a spirito di tendenza. L’Irish whiskey, più venduto al mondo nell’800, dal 2010 è rinato e nessuno dei suoi omologhi “spiritosi” è cresciuto tanto: le distillerie sono passate da 4 a 38, le vendite sono raddoppiate e l’interesse dei consumatori nei suoi confronti è cresciuto grazie al suo stile “leggero” e sperimentale. L’approfondimento di Alberto Milan sul Giornale di sabato. 

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