Tra gli effetti indesiderati del post pandemia vi è il ritorno del pranzo di lavoro. Parola di Antonio Polito, che su Sette demonizza questa italica abitudine spiegando come “Per quanto cominci sempre con il giuramento reciproco di limitarsi a ‘un boccone’, può inavvertitamente tracimare in un’abbondante libagione. Che con il caldo di giugno, più un calice di vino, rende praticamente impossibile il lavoro vero, quello pomeridiano, lasciando il malcapitato in uno stato di intontimento destinato a durare fino al primo fresco serale”.