Belle scoperte in Calabria che confermano l'ascesa di una regione che non smette di stupirci. Da non perdere anche i nostri assaggi in Sardegna, Piemonte e in Puglia con una piacevole scoperta nelle vigne di Placido Volpone. Dunque le scoperte non mancano neppure in questo giro di assaggi, che esce nel giorno in cui procederemo a un’altra sessione di varie parti d’Italia.
Siamo nell'areale di Gerace e Portigliola, rispettivamente in contrada Modi e in località Stranghilò, di fronte allo Jonio. Terra di antico lignaggio, che oggi sta rinascendo anche grazie a strutture enoturistiche di prestigio come l’Azienda Agricola “Barone G.R. Macrì”, estesa su oltre 400 ettari dove le viti accompagnano seminativo, agrumeti e ulivi.
Passiamo subito ai vini e soprattutto a due spumanti che confermano quanto già notammo a Golosaria e a Vinitaly and the City due mesi fa, dove la Calabria - in controtendenza rispetto al sentire comune - volle presentare proprio la sua vocazione spumantiera. Il Metodo Classico Brut 2019 ha un bel colore oro, al naso è un prato fiorito con note gessose e salmastre. In bocca l'acidità è vibrante come accade per il Metodo Classico Rosè Brut Centocamere 2019, dal bel colore buccia di cipolla e un naso capace di evocare la violetta. Splendida la bolla, ricca e avvolgente. Il Locride Bianco Terre di Gerace 2022, da uve inzolia e greco bianco, ha naso aromatico di pesca e lavanda, in bocca è immediato, leggermente amaricante. Uno stile che ritroviamo anche nel Locride Bianco Terre di Gerace 2022, da uve mantonico, ha colore oro antico, naso intenso di albicocca con note balsamiche evidenti. In bocca è greve, quasi tannico.
Mamoiada sta diventando sempre di più una capitale dei grandi vini. Già perché il Cannonau è un grandissimo vino e qui c'è una vera e propria enclave. La Cantina Canneddu lo conferma ancora una volta: la loro è anzitutto una bella storia di famiglia nel segno del cannonau e della granazza, dal nonno al figlio al nipote Marco che insieme alla sorella Grazia ha deciso di puntare su queste viti, enologo lui, avvocato lei che però non rinunciano ad arare i terreni con i buoi. Andiamo all'assaggio: il Vino Bianco Delissia 2022 è un piccolo capolavoro. Da uve granazza in purezza, ha naso gessoso, minerale, che evoca la pietra bagnata, la macchia mediterranea, il lentischio. In bocca ha corpo, acidità viva. Invitante anche il Barbagia Rosato Rosè 2022 con il suo naso erbaceo e di ciliegia. Il Cannonau di Sardegna Zibbo 2021 è il loro vino di punta e questo campione rispecchia tutto quello che ci si aspetterebbe da un calice di questo tipo: naso di frutta sotto spirito e pepe, sorso lungo, intenso, speziato.
Classica cascina piemontese, in terra di Barbera e Moscato, nasce a fine Ottocento come proprietà di Carlo Marchisio, detto il Carlòt - da cui il nome - prima di passare alla famiglia Mo che tuttora ne ha la proprietà. Dieci ettari di terreno che danno vini iconici di questo territorio. C'è il Vino Bianco “MoSec", da uve moscato, secco, che al naso esprime i profumi classici di glicine e ginestra e in bocca è fresco, leggermente amarognolo come ci si aspetta da questa tipologia di vino. Ci piace sicuramente di più la loro interpretazione del Moscato d'Asti - tappo raso - Fiori di Campo 2022: nome azzeccatissimo per un vino che al naso sprigiona amplificate le stesse note floreali di glicine e ginestra del bicchiere precedente con in più il miele d'acacia. In bocca è lui, morbido, avvolgente con la giusta acidità il Moscato d'Asti in tutta la sua bellezza. Sempre tra i bianchi assaggio da consigliare per il Langhe Arneis “Sarot" 2022: ha naso teso con profumi citrini e di pesca bianca con una punta di miele, in bocca ha acidità e mineralità. È particolare fra le tipologie di Arneis, ed è intrigante.
Tra i rossi l'assaggio più soddisfacente è sicuramente quello del Grignolino D’Asti “Pianàs" 2021: di colore rubino brillante, vanta i classici profumi di piccoli frutti accompagnato da una nota verde e da una leggera speziatura. In bocca ha quel carattere sfuggente che tanto piaceva a Veronelli, con un tannino acerbo. La Barbera D’Asti Superiore “Votiva" 2020 è sicuramente il vino della loro storia, una Barbera dal naso profondo che guarda alla frutta secca e alle note di incenso. I vini che però ci sono piaciuti di più arrivano dalla cotè langarola dell'azienda. A partire dal Langhe Nebbiolo Clodè 2020 che all'olfatto si mostra decisamente piacevole con la viola e le erbe aromatiche. In bocca è fine, elegante, con un tannino ben levigato. Lo avevamo già assaggiato pochi mesi fa con Marco Gatti e ci aveva conquistato. Oggi ne abbiamo avuto una corale conferma. Infine ecco il Barbaresco Camerenda 2018 con naso profondo e scalare di pietra focaia, confettura di more, liquirizia; è decisamente tannico al palato, caratteristico.
Il nome è di per sè un invito a scoprire qualcosa di più di questa cantina nell'areale foggiano e più precisamente Ascoli Satriano (Fg), nome già noto agli appassionati di cinema. Questo, infatti, è il paese natale di uno dei grandi nomi del cinema italiano, Michele Placido, che ha continuato a frequentare questo territorio nell'arco degli anni fino a decidere di rafforzare l'impresa di famiglia dell'amico Domenico Volpone. Ecco come nasce la Placido Volpone che mette in campo un poker di vini davvero notevoli. Eccellente il Puglia Falanghina “I Cinque Figli" 2022: di colore paglierino, ha profumi di senape ed erba limonina. In bocca è diretto con una acidità vibrante e la piacevole nota di senape che torna per via retrolfattiva. Molto buono anche il Puglia Rosato Nero di Troia “Faragola” 2022: dal bel colore rosato tendente all'arancio ha naso fresco, pulito ed equilibrato, tanto al naso quanto in bocca con un finale tannico. Il Puglia Nero di Troia Rosone 2018 è un vino che al naso presenta tutte le potenzialità di questo vitigno: ha la finezza dei fiori e l'anima di pelliccia e sella di cavallo. In bocca è pieno, ricco, potente.