Il viaggio enogastronomico del Club di Papillon di Biella in 35 tappe nel Biellese e dintorni

Tra antiche dimore, castelli, monasteri, cantine, agriturismi, ricetti medievali, birrifici, caseifici, musei e santuari

10.05.2024

Ci sono vari modi per andare alla scoperta e poi raccontare un territorio attraverso il gusto, soprattutto se si è turisti “in casa propria”: alcuni possono riguardare i menu degustati, altri i luoghi visitati oppure le strutture di accoglienza, le persone coinvolte, gli ospiti e le loro storie. Ma se si incrociano tra di loro tutti questi aspetti allora può nascere una bella storia, quella delle serate organizzate dal Club di Papillon di Biella tra il 2018 e il 2023 e di un Biellese inaspettato che ne viene fuori.

A La BurschÈ un viaggio in 35 tappe che si svolge nell’arco di 5 anni, nonostante il Covid. Ed è un viaggio che ha toccato la pianura, la collina e la montagna del nostro territorio coinvolgendo 24 località (alcune più volte) di cui 22 nel Biellese (Biella, Cavaglià, Camburzano, Vallemosso, Ponzone di Valdilana, Mottalciata, Pralungo, Mezzana Mortigliengo, Magnano, Sagliano Micca, Occhieppo Inferiore, Cossato, Mongrando, Campiglia, Candelo, Lessona, Sandigliano, Graglia, Sordevolo, Castellengo di Cossato, Bielmonte, Viverone) e 2 fuori provincia (Piverone e Torino).
Arnaldo Cartotto con Michelangelo Pistoletto e Paolo MassobrioSiamo stati ospiti in alcuni (pochi) ristoranti ma soprattutto in strutture molto particolari: Cittadellarte-Fondazione Pistoletto, Ricetto di Candelo, L’Essenziario di Cascina Torrine, un Circolo di cacciatori, un Circolo sociale, un’Associazione di pescatori, una sede degli Alpini, due diversi birrifici, un bistrot, un caseificio, un liquorificio, un maneggio, una country house, due edifici storici come Palazzo Gromo Losa e Villa Boffo, tre strutture alberghiere, un antico monastero benedettino, un museo, un santuario, alcuni agriturismi, una cantina e un castello.
Villa Boffo e il suo giardinoNon meno originali sono stati i contenuti enogastronomici e il racconto su di essi che rappresenta la “chicca” di ogni serata; qui largo spazio hanno avuto i prodotti locali e le ricette della tradizione biellese o piemontese talora reinterpretate in chiave moderna; ma siamo andati anche alla scoperta della storia del baccalà, del mondo delle erbe, delle spezie, delle essenze alimentari e delle colture agricole, delle cucine regionali di Sardegna, Langhe e Monferrato oltre che della cucina romana e di quella pugliese; ma anche del rapporto tra alimentazione, sport e salute oppure del tema ambiente, cibo e sostenibilità, dell’arte come elemento di attrattività turistica se collocata ad esempio in una vigna per una serata gastronomica sotto le stelle; non sono mancate le occasioni per soddisfare le nostre curiosità nei confronti di alcune cucine internazionali come quelle giapponesi, polacca e occitana né abbiamo trascurato le bevande, vini e birre locali soprattutto ma anche il bere miscelato.
Vigna di Pietro CassinaMa, tra i ricordi più belli, non si può dimenticare l’esperienza, vissuta a Cascina Era di Sandigliano in occasione del 30esimo anniversario del Club di Papillon, nel gustare la paniscia di Piero Bertinotti del “Pinocchio” di Borgomanero e i dolci della squadra di pasticcieri coordinata dal Maestro Iginio Massari, pluripremiato ai più importanti concorsi internazionali.
Paolo Massobrio con la torta di Iginio Massari per i 30 anni del Club di PapillonSembra incredibile ma tutto ciò è avvenuto nel Biellese, un territorio che può diventare un protagonista nel mondo del gusto, se solo ci mettiamo tutti in gioco.

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