Nei giorni del Decreto #IoRestoACasa, che ha lasciato spazio a molte domande e dubbi sulle possibili applicazioni, soprattutto in riferimento ai negozi cosiddetti misti, le botteghe italiane hanno mostrato - più di ogni altra attività - quella che possiamo definire una capacità di resilienza unica.
Sono almeno tre i fenomeni emersi. il primo riguarda l’importanza della bottega sotto casa, del trascurato alimentari, che è diventato essenziale nel contenimento dell’epidemia. Soprattutto - ed è un altro fattore da tenere in considerazione anche per il futuro - si è dimostrato un efficace presidio per i più anziani per le conseguenti difficoltà a spostarsi. Quindi, finita l’emergenza, la prima proposta che dovrebbe prendere in considerazione il legislatore è proprio quella di far godere di una speciale protezione queste attività che offrono anche un servizio pubblico.
Poi c’è il secondo importante aspetto, quello della consegna a domicilio. I fenomeni da osservare sono duplici: da un lato l’importanza delle dark kitchen, che già si stanno sviluppando negli Usa e che, sono già state indicate come un fenomeno di tendenza per gli anni a venire. L’emergenza Coronavirus sembra aver dato una spinta in più a questo fenomeno che supera il classico delivery e che potrebbe spingere molti ristoranti a intraprendere questa strada. Dall’altro lato - e in questo contesto interessa ancora di più - la capacità delle botteghe di attrezzarsi con la consegna a domicilio. Un servizio reso necessario dall’emergenza che potrebbe diventare un plus anche dopo. Pensiamo, ad esempio, anche in questo caso agli anziani o a chi ha difficoltà a spostarsi. L’Italia è fatta di paesi e borghi isolati, dove vive gran parte della popolazione e le distanze tra il centro e le frazioni spesso sono proibitive. Un servizio come questo - avviato nei giorni dell’emergenza - potrebbe diventare risolutivo.
Il terzo elemento da considerare è quello della “Colleganza", che noi abbiamo voluto alimentare con l’iniziativa dell’adozione di una bottega di campagna da parte di una di città. Ieri, entrando nella panetteria Ferraris di Castellazzo Bormida (Al), il frigo dedicato ai latticini era stato svuotato e riempito di torte, meringhe e pasticcini della storica pasticceria Zoccola di Alessandria, altra attività recensita sul Golosario. In questi giorni, che stanno ribaltando il nostro modo di vedere il mondo, anche la colleganza sembra assumere forme nuove. Nel caso specifico è una bottega di campagna che sostiene una nota pasticceria di città che - a quanto emerge dal (confuso) decreto - dovrebbe essere chiusa al pubblico. Un modo per permettergli di continuare a lavorare. Esempi simili si contano però ovunque, con altri alimentari che espongono la pubblicità di pizzerie che offrono il servizio di consegna a domicilio serale e così via. Un’eredità - questa capacità di fare rete e squadra delle botteghe - che potrà, anzi dovrà, rimanere anche dopo, quando arriverà il momento di ricostruire. Perché ad oggi di questo si parla, di una vera e propria ricostruzione del tessuto economico che deve iniziare il giorno dopo il termine dell’epidemia, ma di cui si possono gettare le basi fin da oggi. La vera “Cura Italia”, che non è sicuramente il lacunoso decreto appena entrato in vigore, comincia dalla bottega sotto casa e tutti sono chiamati a dare una mano.
Pubblichiamo qui di seguito le prime adesioni della nostra iniziativa con un paio di aggiornamenti rispetto alla settimana scorsa.