L'olimpo del vino e lo scacco del governo alle denominazioni

27.07.2020

Governo ubriaco. Così titola La Verità di sabato dove Carlo Cambi spiega come, per effetto del Covid, il decreto Semplificazioni abbia smontato tutti i disciplinari, consentendo di imbottigliare ovunque i vini Doc e Docg, senza più regole. Con un danno di immagine incalcolabile che espone vini come il Barolo e il Prosecco a rischio tarocchi. Per il presidente di Cia, Dino Scanavino: “Si tratta di una norma sproporzionata. I disciplinari di qualità andrebbero oggi ancora più blindati. Speriamo che venga corretta in fretta, ma intanto va sistemato il danno che c’è già. Il decreto è entrato in vigore il 16 luglio scorso e quindi ha già sortito i suoi effetti, in assoluto contrasto con i regolamenti europei e con l’operato dell’Italia a salvaguardia dei vini di origine”. @ Intanto, le frontiere chiuse per via dell’emergenza Covid-19 bloccano anche l’arrivo degli stagionali da altri Paesi mettendo a rischio la prossima vendemmia. Una situazione da cui non è escluso l’Alessandrino, che secondo Coldiretti potrebbe dover fare a meno dei 2 mila lavoratori stagionali impiegati lo scorso anno. Un aiuto in questo senso è però arrivato dal Governo con il Decreto Cura Italia, che ha previsto la possibilità di impiegare parenti fino al sesto grado in agricoltura. Una decisione che il presidente del Consorzio di tutela del Gavi, Roberto Ghio, ha giudicato positivamente, ma che per il presidente del Consorzio del Brachetto, Paolo Ricagno spinge invece a far riflettere sulla necessità di puntare sempre di più sulla meccanizzazione in vigna. @ Sul tema dei contratti stagionali in agricoltura intervengono poi anche Luca Brondelli, di Confagricoltura Alessandria, che invoca “Meno vincoli per le assunzioni e per periodi di tempo più brevi” e il presidente di Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco, che richiede un voucher agricolo semplificato unito alla riduzione del costo del lavoro. @ L’olimpo del vino sale a 6,8 miliardi, ma il 2020 è ancora in salita. Le 105 maggiori aziende vitivinicole italiane fatturano circa la metà del settore e migliorano rispetto al 2018. In testa sempre Cantine Riunite, seguite da Caviro e Antinori (leader tra i privati insieme a Marchesi Frescobaldi, Tasca d’Almerita, Marchesi Mazzei, Barone Ricasoli, Bortolomiol e Mastroberardino), con cinque nuovi ingressi e affari in salita del 5% all’estero. L’approfondimento di Anna Di Martino sull’inserto Economia del Corriere della Sera.

X

Cookie Policy

This page uses third-party cookies to offer personalized content