La gentilezza di Cracco e le foglie d'oro

La mia cattiveria è tutta scena. Per avere successo bisogna essere gentili. Parola di Carlo Cracco protagonista di una lunga intervista su Repubblica di sabato dove dà la sua ricetta: “Prima regola in cucina come nella vita è il rispetto del lavoro altrui”. "Quando uno lavora - spiega lo chef - che sia in cucina o in un'altra situazione, li ci può stare un incoraggiamento, una parola gentile, già interessarsi a ciò che uno sta facendo è segno di cura nei suoi riguardi" (Repubblica) @ Sempre in tema grandi chef, Antonio Santini su Il Giornale si racconta: “La cucina? Come giocare a calcio perché giocando bene alla lunga si vince”. E aggiunge:"Ho iniziato a occuparmi di cucina quando mio padre ha deciso di vendere questo ristorante. Poi mia moglie ha cambiato la carriera e la mia vita”. @ In tema di eccellenze italiane, Federico Taddia presenta la famiglia Manetti, da 500 anni produttori delle ricercate foglie d’oro, sia per decorazione sia ad uso alimentare. E tra le ultime novità l’oro aromatizzato ai gusti di tartufo, lime e vaniglia. @ Sulla Stampa di domenica Michele Chiarlo, classe 1935, racconta le sue prime 60 vendemmie e l’intuizione, negli anni Ottanta, di puntare sulla Barbera. @ "La pasta migliore che ho mai cucinato e mangiato è Martelli". A dirlo l'executive chef di Barilla America in un'intervista. @ il Prosecco dell’area Conegliano Valdobbiadene festeggia un altro anno d’oro con un fatturato da 403,6 milioni di euro per un totale di 79,2 milioni di bottiglie con un +11,5% a valore e +9,3% a volume. @ Il vino Ogm non deve far paura. Su Repubblica di sabato la senatrice Cattaneo riprende la polemica lanciata da Angelo Gaja e scrive: “Se non si migliorano geneticamente le viti siamo costretti ad usare sempre più fungicidi, sempre più ossido di rame, che è altamente tossico per noi, per la fauna dei suoli e per la salute stessa delle piante. È il riconoscimento dell’importanza della modificazione genetica delle piante. Con dei “sofisticati innesti” di geni provenienti da viti selvatiche si può ridurre del 90% quei trenta trattamenti annui con metalli pesanti, come il rame, sui grappoli d’uva”