C’è bisogno di formazione nella cucina italiana. A dirlo gli chef riuniti ieri a Roma dal ministro delle Politiche agricole Martina nel 'Forum della cucina italiana’, che hanno messo sul tavolo del ministero il problema, tra gli altri, delle difficoltà burocratiche enormi nell'inserire gli stagisti in cucina. “Dobbiamo mandar via tantissimi ragazzi che vorrebbero fare formazione" ha dichiarato Romito all’Ansa. Tra le note positive, ha sottolineato Cracco, l’importanza di “essere qui riuniti in un forum da dove usciranno proposte e idee in cui cercheremo di coinvolgere tutto l'agroalimentare”. All’incontro hanno partecipato tanti nomi blasonati: oltre ai citati Cracco e Romito, anche Bottura, Cedroni e Oldani. Tuttavia fanno ancora più rumore le clamorose assenze come quella del maestro Gualtiero Marchesi, su cui il ministero - tramite twitter - si è affannato a dire: previsto incontro separato secondo le sue possibilità. Mancano poi altre voci autorevoli e soprattutto le associazioni di cuochi, come sottolinea nel suo approfondimento Informacibo, dall'UIR (Unione italiana ristoratori), rappresentata dal solo Corelli alla FIC, Federazione italiana cuochi oltre ai 4000 cuochi italiani che lavorano all'estero raccolti dal CIM - Chef italiani nel Mondo. Intanto ieri il grande escluso, Marchesi, ha diffuso alla stampa il suo decalogo dove esordisce con l’imperativo: si dice cuoco e non chef e conclude con l’appello creare e non copiare come essenza del lavoro di un bravo cuoco. Ma il maestro della cucina italiana ha posto l’accento anche sulla necessità di tramandare le conoscenze, secondo la medesima istanza di formazione portata sul tavolo del ministero ieri. Intanto si registra anche una lettera polemica sull’Expo del cuoco lombardo Scibilia (riportata integralmente su Italia a Tavola) indirizzata al premier Renzi. Scibilia attacca la chiusura alle 22 di sera, contrariamente a tutti gli altri Expo con chiusura alle 20 e il biglietto serale di 5 Euro per facilitare l’entrata postpomeridiana per frequentare e godere degli oltre 130 ristoranti interni. “Se questo è l’Expo - sottolinea Scibilia - il mercato milanese non avrà nessun vantaggio e beneficio, anzi con l’offerta di 5 Euro rischiamo di perdere anche i nostri clienti normali”.