La ristorazione è in prognosi riservata, ma per alcuni locali c’è la possibilità di guarire. Molti ristoranti hanno chiuso e molti altri stanno per farlo, ma il rischio maggiore è per quei locali che sono più legati al turismo o che non assecondano l’esigenza del buon rapporto qualità-prezzo. Ci sono invece buone prospettive per le trattorie per famiglie e le pizzerie. Ne parla Guido Barendson su ilGusto.it. @ I ristoranti non sono pericolosi. Lo dice su Italia Oggi Girolamo Sirchia, già ministro della Salute, spiegando che, se sono scrupolosamente applicate le regole soprattutto in termini di distanziamento, non vi sia alcun rischio nel frequentare bar e ristoranti. E a proposito delle misure da utilizzare per evitare assembramenti inopportuni e rischiosi aggiunge: “Se un locale è nelle aree della movida, bisognerebbe responsabilizzare il gestore, attraverso una telecamera, affinché non vengano consentiti gli assembramenti”. @ A una settimana dall’entrata in vigore del decreto riaperture, sul Corriere della Sera si legge quali siano le regole da seguire - chiarite ieri dal Governo - per bar e ristoranti. Quelli situati in zona gialla (che possono dunque effettuare servizio ai tavoli solo all’aperto) possono consentire ai clienti l’accesso all’interno del locale solo per l’utilizzo dei servizi igienici, per effettuare il pagamento del conto (ove non fosse possibile farlo all’esterno) o per acquistare i prodotti per l’asporto, ma comunque “per il tempo strettamente necessario”, senza creare assembramenti. In zona rossa e arancione invece cade la possibilità di utilizzare i servizi igienici. @ In questo scenario si inserisce un nuovo appello di Fipe, che tramite un comunicato ha dichiarato: “Il divieto di consumazione al banco è privo di fondamento giuridico e sanitario. Se il governo non vuole contraddire sé stesso, dovrebbe chiarire una volta per tutte e in maniera inequivocabile che bere un caffè al banco e mangiare un croissant è possibile e, con il giusto distanziamento interpersonale, privo di rischi. Ci aspettiamo che si metta subito mano ad un intervento che ristabilisca la possibilità di consumare al banco”. @ Tazzine, bicchierini e vassoi usa e getta. Durante il lockdown i baristi si sono ritrovati spese in più da sostenere, con un aumento medio di circa 2.000 euro in un anno per servire caffè con materiale da asporto. Ma neppure i fornitori gioiscono: “Vendiamo più cucchiaini, ma meno piatti e tovaglioli”. Sul Venerdì di Repubblica l’approfondimento di Andrea Gaiardoni. @ Il 40% della produzione dei vigneti francesi è andata in fumo dopo l’ondata di gelo che si è abbattuta sul Paese. Una situazione drammatica per i vignaioli, tanto che il Governo del premier Jean Castex ha pensato all’ipotesi di un anno bianco fiscale e sociale per il settore impegnato a superare questo “annus horribilis”. (Italia Oggi) @ Momento di difficoltà per l’Accademia Maestri Pasticceri Italiani: visioni divergenti hanno portato alle dimissioni del presidente Gino Fabbri, del presidente onorario Iginio Massari e di alcuni membri del consiglio direttivo. In virtù di questi ultimi cambiamenti, AMPI ha reso noto che “Temporaneamente proseguiranno solo le attività ordinarie dell’associazione, in attesa di poter riavviare completamente l’amministrazione sociale in seguito all’elezione del presidente successore” E si parla di Salvatore De Riso, pasticciere a Minori. (Reporter Gourmet e Dissapore) @ Il consiglio direttivo di Ascovilo, l'associazione consorzi vini lombardi, si rinnova e pianifica il futuro post-Covid puntando sulla territorialità e sulla promozione. A guidare Ascovilo per il prossimo triennio sarà la neoeletta presidente Giovanna Prandini, imprenditrice agricola bresciana in rappresentanza del Consorzio Garda Doc, affiancata dai vice Andrea Giorgi (Oltrepò) e Aldo Rainoldi (Consorzio di Tutela Vini Valtellina).