Giornali, scatole e imballaggi di vario genere fatti di carta riciclata. Oggetti che maneggiamo quotidianamente ma di cui ancora troppo spesso non abbiamo consapevolezza, poiché solo il 25% di noi è consapevole dei vantaggi economici che derivano dall’utilizzo di un materiale alla sua seconda (o terza) vita. Eppure, solo in Italia l’industria cartaria fattura 7 miliardi di euro e dà lavoro a 200.000 addetti; un settore in continua espansione, che produce occupazione e che - a piccoli passi - contribuisce ad accrescere il nostro senso di civiltà e rispetto verso la natura.
In questa direzione opera da anni il Comieco, il Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli imballaggi a base cellulosica, che per far conoscere meglio questo prezioso materiale ha varato la prima edizione del “Mese del Riciclo di carta e cartone” e la 17^ edizione di “Riciclo Aperto”, con impianti aperti in tutta Italia che mostrano l’intero ciclo produttivo della carta riciclata.
“Un’iniziativa - spiega sulle pagine del Corriere della Sera il presidente di Comieco Piero Attoma - che vuole mostrare agli studenti cosa avviene dopo che in ogni famiglia si è compiuto il semplice gesto di separare carta e cartone”. Un atto di fede che ai cittadini non costa nulla, ma che dagli anni Novanta ad oggi ha evitato la creazione di almeno 200 discariche. “Il 2005 è stato un anno determinante - prosegue il direttore generale di Comieco Carlo Montalbetti - Prima eravamo importatori di carta da macero per produrre imballaggi, mentre ora siamo noi ad esportarla”.
Quello della carta è però un valore che non si limita al puro aspetto economico ma sconfina addirittura nell’arte. Come dimostra l’esposizione “Cartone riciclato ad arte”, con 80 interpretazioni di altrettanti artisti esposte dal 24 al 31 marzo alla Stecca 3.0 di Milano, che il 27 saranno battute all’asta per raccogliere fondi per finanziare la ricerca sulla leucemia della Fondazione Tettamanti presso l’Ospedale San Gerardo di Monza. O ancora il libro “Carta preziosa, il design del gioiello di carta” in cui Bianca Cappello raccoglie informazioni sui designer contemporanei che hanno fatto della carta il loro principale strumento di lavoro.