Siamo alla penultima degustazione dell’anno 2024, l’ultima ancora non è stata programmata ma sicuramente ve la racconteremo prima di Natale per offrire qualche spunto interessante per le feste. Ma già qui nella selezione di vini che sono arrivati nei nostri uffici, qualcosa di interessante lo abbiamo trovato. Pronti, Via!
Nel 2015, quando venne premiata come Top Hundred, scrivemmo di questa cantina fondata pochi anni prima (nel 2009) che ne avremmo sentito parlare. E infatti oggi questa realtà, forte anche di una splendida cantina ambientata in un edificio rurale ristrutturato, è uno dei nomi di punta in Franciacorta, che nasce in un paese che presto celebrerà i 100 anni dalla nascita di padre Costantino Ruggeri, pittore e sculture.
Due gli assaggi per i vini, entrambi di valore. Il Franciacorta Brut Millesimato Satèn 2018 è vino di grande eleganza. Di colore oro con riflessi verdognoli, ha naso fragrante di erba limonina e leggera crosta di pane, mentre in bocca l’innata finezza crea un piacevole contrasto con l’ acidità esplosiva. Viene concepito in modo totalmente diverso il Franciacorta Dosaggio Zero “Raramè” Riserva 2012 che rinuncia alla freschezza dell’etichetta precedente per puntare sulla complessità di un bicchiere che ha naso con note di caramello e idrocarburi e in bocca punta sulla cremosità e sulla rotondità con un’acidità che emerge solo nel finale.
Siamo in una proprietà delle Cantine Povero, che abbiamo scoperto nel 2023 con il suo vino bandiera, il Cisterna d’Asti. In questa tornata di assaggi ci concentriamo proprio sul marchio Tenuta Laramé che prende origine dal nome dialettale della proprietà più antica. E abbiamo poi telefonato a Lucrezia Povero per farle i complimenti (enologo è Paolo Cordero) . Inaspettato l’assaggio del Roero Arneis Spumante Metodo Classico Pas Dosè “Fippiane” 2020. Di colore oro, al naso ha note fruttate di pesca che presto evolvono in salvia e idrocarburi. In bocca è altrettanto complesso, con sorso avvolgente, acidità equilibrata e mineralità che spicca nella persistenza retrolfattiva.
Altrettanto interessante il Roero Arneis “Terre del Conte” 2023 che si presenta sempre complesso al naso, con la finezza del gesso e delle erbe aromatiche. In bocca è fine, equilibrato, lungo grazie a una freschezza che permane a lungo.
Ottima anche l’interpretazione di un’uva non certo in voga come la favorita: il Langhe Favorita “Terre del Sindic” 2023 è un vino dal naso intenso, potente, che vira sulla frutta secca e la nespola e in bocca si presenta rotondo, carezzevole.
Andiamo alla disfida dei Grignolino per quest’azienda che conosciamo e apprezziamo da tempo e che abbiamo avuto modo di premiare sia come Top Hundred per la Barbera d’Asti “Vigneto le rose” (annata 2007) sia come Storico proprio per il Grignolino d’Asti (annata 2022). Dall’assaggio delle due annate – il Grignolino d’Asti “La Gambina” 2023 e il Grignolino d’Asti Monferace 2016 – è il primo ad uscirne nettamente meglio. Si tratta di una bellissima interpretazione di questo vino che si esprime in un naso franco, fresco, che ricorda la confettura di pesca contornata da erbe aromatiche, in bocca il tannino è ruvido, ben presente, come ci si aspetta da questo vino che ha nelle asperità il suo equilibrio. Il Monferace invece ha note di cuoio e frutta cotta e in bocca risulta più assestato, ma il dubbio che il tappo abbia giocato qualche scherzo ci conduce a fare una seconda prova alla prossima degustazione. Ovviamente abbiamo goduto (è la parola giusta), con la Barbera d’Asti “Le Rose” 2022, grandissima e con la 2023 che darà il massimo dopo qualche altro mese di bottiglia, per regalare quella che è l’autentica espressione della Barbera d’Asti declinata in questa enclave speciale di Monferrato).
Infine segnaliamo la Barbera d’Asti Superiore ”Bottino dei Natta” 2021 che nasce da un cru dell’azienda, fa affinamento in tonnaux per 18 mesi e si mostra grande soprattutto all’assaggio con un sorso inizialmente vellutato che lascia poi spazio all’acidità tipica. Viene prodotto solo nelle migliori annate. (Dario Natta non vi farà mai assaggiare il suo Ruché, ma voi chiedeteglielo. Noi lo abbiamo assaggiato ed è straordinario per la sua tipicità dove la rosa sembra fare il verso a quella della Barbera. E’ una bottiglia con l’etichetta blu: non la scorderete).
Bella panoramica sui vini di questa realtà marchigiana che abbiamo incontrato lo scorso anno con l’Alicante che ci era molto piaciuto, una Promessa per i Top Hundred dei prossimi anni. Quest’azienda di famiglia però sa esprimersi altrettanto bene con le altre interpretazioni dei vini più tipici delle Marche. Il Marche Malvasia Bianca di Candia “Cretico” 2023 tira fuori la finezza insita in questo vitigno aromatico: al naso ci sono i fiori d’arancio, la rosa, erbe e un corredo di officinali. In più è equilibrato, fresco con questi sentori di rosa che restano nel retrogusto come la scia di un profumo. Il Marche Trebbiano “Chamaleon” 2021 invece ha tutt’altro tenore: se quello prima era un vino della primavera, questa è la bottiglia per i consessi importanti e gli abbinamenti più impegnativi. Qui c’è il Trebbiano nella sua massima potenza. Di colore oro con riflessi ambrati al naso ci sono i fiori schiacciati, filtrati, in essenza. C’è il profumo ma c’è anche la balsamicità della menta. In bocca è diretto, pieno, ruvido.
Ci piace questo progetto nato nel 2020 e fortemente voluto da un duo di ragazzi appassionati del loro territorio e di una viticoltura eroica. I risultati sono di tutto rispetto. Lo dimostrano già con l’ Alpi Retiche Rosato “Stuet” 2023 da uve 100% nebbiolo. Di colore rosa brillante ha naso franco, di confettura di fragole. In bocca viene fuori tutto il suo carattere in un sorso pieno, tannico, equilibrato.
Altrettanto interessante il Rosso di Valtellina “Murachi” 2022 che nasce anche in questo caso dal nebbiolo (che qui chiamano chiavennasca). Ha naso fresco di piccoli frutti, mandorla ed erbe aromatiche. In bocca ha corpo, giusta acidità e un tannino finissimo e ben distribuito. Non raggiunge le stesse vette il Valtellina Superiore “Baitei” 2021 anche in questo caso 100% chiavennasca che deve ancora trovare la propria dimensione soprattutto in bocca dove il tannino è ancora verde, allappante, e l’acidità non risulta perfettamente integrata.
Tra gli altri assaggi segnaliamo il Veneto Rosato “Maria Pia Viaro” 2023 firmato da Ca’ da Roman di Romano d’Ezzelino (Vi). Ottenuto da un uvaggio piwi di regent ed eidos, ha colore buccia di cipolla. Al naso ci sono note di latte cotto e caramello. In bocca è pieno, vellutato, con una freschezza finale insieme a sentori caramellati. Decisamente buono!