La querelle sulla biodinamica

16.06.2021

Biologico e biodinamico sono alla pari, e si scatena la polemica. Così è successo dopo che il Senato, lo scorso 20 maggio, ha approvato il disegno di legge 988 “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la certificazione delle produzioni agricole, agroalimentari e dell’acquacoltura con metodo biologico”. Tra i maggiori oppositori gli scienziati, che hanno bollato la biodinamica come una pratica esoterica, al limite della stregoneria, mentre Carlin Petrini, lunedì scorso, è sceso in campo su la Stampa definendo i giudizi del mondo scientifico “Pressapochisti, sintomo di non conoscenza”. In totale disaccordo con quanto affermato dal fondatore di Slow Food è il commento di Roberto Defez, membro dell’Accademia Nazionale dell’Agricoltura, che su La Stampa di oggi scrive: “Carlin Petrini ci dipinge come i difensori dei veleni nel piatto, solo perché non guarda nel suo piatto. La sua organizzazione per decenni ha organizzato Terra Madre, che faceva arrivare a Torino contadini da quattro angoli del pianeta, pagando loro i biglietti aerei. A migliaia di contadini. Se volessimo fare il bilancio in termini di emissioni di gas serra per TerraMadre ci sarebbe da far impallidire le centrali a carbone, ma erano altri tempi e far arrivare migliaia di persone consumando tonnellate di cherosene era considerato meritevole” (Suvvia, ma uno scienziato si deve attaccare ad argomenti denigratori del genere per supportare le proprie tesi? NDR). Sulla stessa lunghezza d’onda è anche Marino Longoni, che su Italia Oggi spiega che il biologico “Sarebbe nient’altro che una illusione collettiva, ora sostenuta anche dal legislatore nazionale ed europeo, basata sulla diffidenza nei confronti delle tecnologie e vagheggiante un impossibile ritorno a un idilliaco passato che, in realtà non è mai esistito". A fianco di Petrini si “schiera” invece Paolo Massobrio, che su Avvenire di oggi sostiene la filosofia bio. “Mi metto a fianco di Carlin, e mi ci metto - scrive - preoccupato come lui, che una legge tanto attesa subisca slittamenti alla Camera, dove il testo potrebbe essere stravolto. Anche io conosco tanti produttori, giovani, che si sono assunti la responsabilità di lavorare per un mondo migliore. Chi scegliendo la certificazione biologica, chi spingendosi verso la biodinamica, affascinato dalla tesi dell’interconnessione tra i vari elementi all’interno di un ecosistema. li ho conosciuti, ho assaggiato i loro vini e i loro prodotti e non mi sono mai sembrati stregoni o invasati. (…) Quindi perché questa levata di scudi dal sapore calunnionso, quando la scommessa è quella di applicare un’agricoltura rigenerativa, esattamente in linea con la direttiva europea che nel 2030 vorrebbe il 25% della superficie agricola a regime biologico?”.

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