La riscossa degli amari

Carrellata di alcuni tra i migliori amari assaggiati negli ultimi tempi

05.07.2024

Grappa o amaro?”. È la domanda canonica del dopo pasto, figlia di due grandi tradizioni nazionali. Il distillato figlio delle vinacce. E la sapienza liquoristica delle infusioni e macerazioni, coltivata nei monasteri come dagli speziali, ma anche nelle case contadine. Oggi l'amaro sta vivendo una nuova popolarità, con tutta una serie di prodotti che, per distinguersi, hanno scelto la strada della territorialità e della ricerca, dando per scontata la via della qualità. In questa carrellata, ecco alcuni degli assaggi più interessanti degli ultimi mesi che, scommettiamo, potremo ritrovare in alcuni casi anche a Golosaria Milano, dal 2 al 4 novembre, nell'area MIXO.

Amaro ZeroTrenta

amarozerotrenta.it
030 è il prefisso di Brescia, e il nome di una linea di amari, nata da un'idea di Alessandro Ortogni e Andrea Corazzola, che fa della brescianità un punto d'orgoglio. Ortogni, titolare dal 2005 di un'erboristeria a Castegnato, ci racconta come è andata. “L'amaro è nato una dozzina di anni fa, con l'idea di farlo diventare un rito del dopocena bresciano. Ci siamo riusciti”. Senza coloranti, senza conservanti, frutto di infusioni a freddo per più di 3 settimane di vere essenze e non aromi, Amaro ZeroTrenta vede tra le sue botaniche anice stellato, camomilla, radice di genziana, bacche di ginepro, radice di liquirizia, melissa, anice verde e rosmarino. Il risultato è un amaro in equilibrio tra parti amare e dolci, con una nota ambrata calda e avvolgente e un retrogusto fresco, dato dalle erbe balsamiche, rosmarino in particolare. Da provare anche nella versione Vecio, che trascorre un anno in botti di rovere, con aggiunta di una buona dose di grappa Amarone Riserva. Una versione distesa, molto interessante. Come interessante è l'Amaro Gnecco, che in bresciano vuol dire arrabbiato (per non dir di peggio). Ha le stesse botaniche dello ZeroTrenta, ma con una concentrazione più spiccata di quelle amaricanti, per un sorso più deciso, di carattere. Sarà Gnecco, ma è buono.

Amaro Yuntaku

www.amaroyuntaku.com

È il primo amaro giapponese (ma 100% italiano), ispirato alla cultura dell'isola di Okinawa, il cui ingrediente principale, e base amaricante, è il goya, conosciuto anche come “bitter melon”, elemento fondamentale nella dieta locale. Yuntaku, in giapponese, vuol dire chiacchiere, e Simone Rachetta, il suo ideatore con Benedetta Santinelli, ci racconta la storia. “Ho portato i semi in Italia dopo un viaggio in Giappone. Durante il Covid li ho piantati per gioco e sono cresciute le piante. I goya erano così amari che con Benedetta ci siamo detti che dovevamo fare un amaro. Dopo mille sperimentazioni, è nato”. Alla base della ricetta c’è un infuso di goya, insieme a erbe, spezie e fiori tipici giapponesi, tra cui pepe di Sichuan, zenzero, fiori di ciliegio e tè al gelsomino, importati direttamente dal Giappone. I risultati sono sorprendenti. Perfetto come dopopasto, ma eccellente anche in miscelazione. E l'hype, in poco tempo, è cresciuto notevolmente.

Borgo Adda

www.borgoadda.it

È nato quest'anno, dall'intuizione del 33enne Omar Lamparelli, con l'intento di creare il primo amaro di Lodi. A caratterizzarlo, le erbe che crescono sulle rive dell'Adda. Da qui il nome, Borgo Adda. A partire da ortica, sambuco, tarassaco e achillea. Ed è una rivelazione, fin dal primo sorso, perchè ha freschezza (dettata anche dall'ortica), ma anche una spinta amaricante decisa, che lo pone nell'alveo della nouvelle vague di un certa tipologia di amari, così come la ridotta quantità di zuccheri, per un sorso quasi snello, secco e deciso. Lamparelli, amante della pesca, racconta l'uso in particolare di una botanica: “Le bacche del sambuco un termpo venivano utilizzate come esca per pescare i cavedani, diffidenti per natura”. Lo abbiamo apprezzato in purezza (con e senza un cubetto di ghiaccio), ma anche in un amaro & tonic. Davvero convincente.

Amaro Liborio

https://amaroliborio.it/

Le origini siciliane di Massimo Liborio Colaianni si sentono tutte in questo amaro di recente produzione che ha, tra gli ingredienti, le arance bionde, le mandorle amare, i fiori di zagara e la china. E anche l'etichetta, con il profilo dell'Etna che si intreccia con quello di una pigna evoca la Trinacria. Il sorso è ben bilanciato, piacevolmente amaro, leggero nella trama. Potremmo fermarci qui, per descrivere un prodotto interessante. Ma mancherebbe un particolare. Perché l'Amaro Liborio è analcolico. L'assenza di alcol si avverte (come è giusto che sia), ma non inficia la piacevolezza di questo prodotto che sposa con successo le tendenze no alcol e healty che ammantano anche il mondo degli spirits e della mixology. E a proposito di cocktail, è da provare in miscelazione. I risultati sono convincenti.

Amaro di Vottignasco

https://www.facebook.com/farmacianuovavottignasco

Prende il nome dal paese di Vottignasco, piccolo comune della Provincia Granda cuneese, questo amaro prodotto su ricetta del dottor Emanuele Vottero Fin della Farmacia Nuova. Si tratta di un amaro gradevole, che esprime fin dal naso la sua botanica regina, ovvero lo zafferano, che poi accompagna il sorso e soprattutto torna nel retrogusto. Ma ci sono anche altre pianti officinali, tra cui angelica, rabarbaro, finocchio e soprattutto sensazioni agrumate, per un insieme dalle proprietà digestive. Da bere in purezza, ma anche con un cubetto di ghiaccio in estate, o con aggiunta di acqua calda e scorze di agrumi (o cannella) in inverno.

Dicisano

https://dicisano.it/

Ancora un prodotto che propone con orgoglio, fin dal nome, le sue origini territoriali. E ancora un prodotto azzeccato. È Dicisano, un liquore che nasce nel paese di Cisano, sulla sponda veronese del Lago di Garda, dall'infusione di Erba Luigia (o verbena odorosa, in latino aloysia citriodora) fresca. Un grande classico della tradizione italiana, sperimentato a livello casalingo da più di una nonna, qui trova un'alta espressione. Perché è difficile trovare analoga nitidezza di gusto, e altrettanto equilibrio. Piacevole anche il retrogusto amaricante, che rimane a lungo. Lo abbiamo provato come da consiglio della casa, con un cubetto di ghiaccio e una fogliolina di menta: assai piacevole. Versatile anche in miscelazione. 

amaro Melagrana

https://www.elixirbarbarossa.com/

Arriva dall'azienda Barbarossa, nel cuore della Maremma, questo liquore che ha come assoluti protagonisti i melograni biologici coltivati in azienda, nell'area protetta del Monteferrato. Grazie all'altitudine, alle caratteristiche del terreno e alle straordinarie proprietà caratteristiche del frutto, i  melograni risultano particolarmente dolci. E mescolati con gli altri ingredienti, tra cui infuso di ginepro, genziana, arancia amara, finocchietto selvatico e tarassaco, regalano un liquore dall'invitante colore rosso, che prima al naso e poi all'assaggio propone le tipiche note del frutto fresco, per un sorso che del melograno ha tutta la distintiva bontà. Per apprezzarlo al meglio, si consiglia di consumarlo dopo pasto, on the rocks. Ma anche in questo caso, porte aperte per la mixology. 

liquore Sambuco XXII Ventidue

Le Distillerie Moccia hanno una storia che nasce nel 1946, e un prodotto come il liquore all'uovo Zabov come biglietto da visita. Con Ventidue XXII Liquore al Sambuco sono decisamente più moderni, proponendo un liquore ai fiori di sambuco, dal grande bilanciamento ed eleganza. Il sambuco viene raccolto solo in alta quota per avere maggiore aromaticità, l'infusione a freddo garantisce un processo più gentile, che preserva intatte le componenti aromatiche del fiore, mentre l'alta percentuale di infuso di fiori (30%) garantisce ricchezza e intensità. Chi ama l'Hugo, non può non provarlo: il cocktail avrà uno sprint in più.

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