Il mese di giugno è il mese in cui viene effettuata la finale dei Top Hundred che saranno poi presentati ufficialmente il 15 settembre.
Questa dunque è una delle ultime tappe di avvicinamento alla finalissima con belle novità che arrivano da Maremma e Abruzzo.
Poco più di tre ettari di vigneto coltivati secondo i dettami del biologico per questa azienda agricola nata una decina di anni fa. In vigna 3 varietà a bacca bianca (trebbiano, viognier e manzoni bianco) e 3 a bacca rossa (sangiovese, merlot e cabernet sauvignon). Il Maremma Toscana Viognier Solo 2020 è già grande: colore tendente all'oro, naso di miele millefiori e zafferano, sorso rotondo, perfettamente bilanciato. Il Maremma Toscana Sangiovese Solo 2018 ha naso minerale, note ferrose e di incenso, in bocca è elegante con un tannino disteso. Il Maremma Toscana Cabernet Solo 2018 è una bella espressione di questo vitigno, con naso di peperone verde e noce. In bocca è lungo, tannico. Altrettanto interessante il Maremma Toscana Merlot Solo 2018 che al naso ha la frutta (prugna) e la cipria, in bocca un tannino ancora verde, quasi allappante.
Una tenuta che è un capolavoro artistico con quasi mille anni di storia e da due decenni ristrutturata e rilanciata da una famiglia inglese, gli Hands. Ci aveva impressionato nel 2021 alle Anteprime Chianti, una buona impressione confermata dall'assaggio più recente dei suoi rossi. Il Viaggio Di Landò 2020 (canaiolo 100%) ci ha convinto fin da subito per il suo naso elegante, floreale di leggero cuoio che corrisponde a un corpo più snello di quello che ci si potrebbe aspettare. Il Chianti Superiore 2016 ha naso di grande finezza, con la viola che esce netta, e un sorso minerale che intriga. Nel trittico dei Toscana Rossi, a impressionarci positivamente è tuttavia il Chiave di Saletta 2016 che ha naso profondo e fresco allo stesso tempo con note delicate di fragoline di bosco e cipria, con sorso lungo, tannico.
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Ennesima conferma per questa vecchia conoscenza che avevamo già apprezzato per le sue espressioni di pecorino. Anche questa volta abbiamo potuto apprezzare l' Abruzzo Pecorino Superiore “La Canaglia” 2021 per il suo naso evoluto con note quasi fumé e soprattutto l'Abruzzo Pecorino Superiore “la Foia” 2020: di colore oro, ha note fruttate distese, con la finezza dei fiori di sambuco. In bocca è un vino che ha corpo, acidità e un finale quasi amaricante, decisamente minerale. Interessante l'interpretazione del Cerasuolo D’Abruzzo Superiore “Fossi Matto” 2021 che esalta l'anima più selvatica di questo vitigno con la buccia di ciliegia, la pelliccia e una speziatura profonda, orientale che affascina. La “Cocca di Casa” 2019 che in questo caso è il loro Montepulciano D’Abruzzo non delude: ha colore rubino impenetrabile, naso speziato di liquirizia leggera e un accenno di smalto. In bocca è elegante, con tannino fine.
Un nuovo incontro per noi: la cantina di Nicola Di Rico e della sua famiglia che ha avuto l'intuizione di puntare sui vigneti più legati a queti terreni ai piedi della Majella, dal montepulciano alla cococciola, uva a bacca bianca dalle enormi potenzialità. Per noi l'assaggio del Metodo Classico Ancestrale Brut Nature “Vertere”, ha naso quasi balsamico, profumi agrumati, in bocca è ricco, tannico. Molto buono anche il Cerasuolo d’Abruzzo “Primo” 2021 che al naso ha tutta la freshezza della ciliegia appena raccolta, in bocca ha corpo, tannino. Un rosso travestito da rosato.
Siamo a casa di uno dei numi tutelari della denominazione Montecucco, una tenuta moderna dalle forme che evocano però le classiche aziende storiche toscane, immersa tra trenta ettari di vigneti. Dai nostri assaggi, il Montecucco Rosso Ciarlone 2018, da uve sangiovese (60%) merlot, alicante e petit verdot, al naso è complesso, evoluto, con profumi di foglia di pomodoro e cuoio, in bocca è caldo, ampio con un tannino setoso. Il Montecucco Rosso Riserva 2016 Viandante è un sangiovese 100% che in bocca accosta i piccoli frutti alle note di pelliccia, ha tannino ancora vivo con finale quasi amaricante come il Toscana Rosso Lupo Bianco 2015 da sangiovese e merlot, che alla ricchezza del naso fa corrispondere un sorso dove il tannino risulta ancora un po' scontroso.