Il nome Occitania è molto antico e risale per lo meno al XIV secolo. Nel Medioevo la poesia dei trovatori diede lustro alla lingua d’oc, che ebbe prestigio anche fuori dal suo territorio: in Galizia, Catalonia, Germania, Ungheria e Italia. E proprio nel nostro Paese, ci sono ancora tredici valli in territorio piemontese e ligure (Cuneese, Torinese e Imperiese) nelle quali la tradizione e la cultura occitana si è conservata fino ai giorni nostri.
Stefano Vindrola (33 anni, laurea in Chimica e mastro birraio) e Gabriele Berruti, quarantunenne, amici di lunga data, appartengono con orgoglio a una di queste comunità di stanza in Val Maira; per chi non lo sapesse, ci troviamo in una incantevole vallata del Cuneese che, anche grazie al suo isolamento geografico, ha mantenuto intatto il suo patrimonio naturalistico e di biodiversità.
E proprio a una di queste risorse, ovvero le erbe officinali spontanee alpine, si sono ispirati per avviare a fine 2019 un'attività artigianale dedita alla produzione di liquori realizzati secondo le antiche ricette occitane. Oltre all'elevata tipicità del prodotto, il valore aggiunto della tracciabilità degli ingredienti totalmente a km 0; genziana, serpillo e achillea sono infatti raccolte con meticolosità lungo i sentieri alpini alle pendici del Monte Chersogno (3.064 m), ed essiccati naturalmente.
Diversa la storia dell'erba Arthemisia mutellina utilizzata per ottenere il liquore di Genepy: una volta la si andava a raccogliere sui versanti più impervi delle montagne, mentre da quando è diventata specie protetta, viene coltivata in tutta l’Alta Valle Maira nei campi alpini al di sopra dei 1.600 m. E proprio dal vicino borgo di Elva, giunge quella da loro utilizzata.
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