In un'epoca dominata dal digitale, la birra non può restare in disparte. Anzi, la vera sfida è trovare il punto di connessione (nomen omen) tra virtuale e un’esperienza che si vive con tutti i gusti. Ci ha provato, riuscendoci, un team eterogeneo composto da Lorenzo Cabras e Massimiliano Gusmeo, i fondatori che provengono dal mondo della pubblicità, e Federico Stagno, beer sommelier. “Abbiamo portato quella che era la nostra passione per la birra artigianale a un livello superiore sfruttando il know how accumulato dopo due decenni in ambito pubblicitario”. Il risultato è stato Maltese Beer, che può essere definito come e-commerce specializzato in birre artigianali di qualità, ma chde nella pratica vuol essere molto di più uno strumento di connessione degli amanti della birra con i migliori microbirrifici locali e internazionali.
La piattaforma offre una vasta selezione con oltre 500 etichette, da selezionare attraverso un'esperienza di acquisto online personalizzata e intuitiva.
Il focus sulla user experience
"Vogliamo che i nostri utenti si sentano come in un vero e proprio beer shop - spiega Lorenzo -
con la possibilità di esplorare, scoprire e scegliere tra una vasta gamma di birre, guidati da consigli personalizzati e informazioni”.
L’interfaccia del sito è stata progettata proprio per questo offrendo una ricerca avanzata che permette di filtrare le birre per stile (IPA, Stout, Lager, ecc.), provenienza (Italia, Belgio, Germania, ecc.), gradazione alcolica, formato e persino per abbinamenti gastronomici.
Si sommano
schede prodotto dettagliate: ogni birra è accompagnata da una scheda con informazioni sul produttore, lo stile, gli ingredienti, la storia e i consigli di degustazione. Chi vuol saperne di più può contare sulla
consulenza personalizzata del beer sommelier che, tramite chat, può guidare l'utente nella scelta della birra perfetta in base ai suoi gusti e alle sue esigenze. A uniformare il tutto la presenza di
contenuti multimediali: video degustazioni, articoli di approfondimento e spunti di food pairing che arricchiscono l'esperienza utente e offrono un valore aggiunto al servizio. Il tutto in un linguaggio quanto più possibile inclusivo:
“La birra diventa racconto di come quella birra è nata, è stata pensata e immaginata. Per questo possiamo definire la comunicazione inclusiva: è più facile connettersi alla storia che deriva da una birra. La parte tecnica è uno strumento in più per godersi al 100% l’esperienza”.
La birra artigianale: una questione europea
Maltese Beer fin dall’inizio ha deciso di ampliare il suo orizzonte,
aprendo già in luglio le porte alla Spagna, con un portale e una distribuzione dedicata in loco, a cui a breve seguirà l’apertura della sezione francese. I criteri di selezione sono sempre gli stessi:
“Ci siamo dati una sorta di regola iniziale – spiega Federico –
circa il 70% sono i microbirrifici artigianali a cui si aggiungono i grandi classici di Belgio, Germania, Inghilterra e qualche birra da Paesi emergenti come ad esempio il Giappone”.
La selezione è dinamica, cambia di giorno in giorno:
“Cerchiamo di essere proattivi verso il mercato. Vogliamo sperimentare il più possibile e nel contempo vogliamo anche essere di sostegno al mercato dei microbirrifici che oggi è in difficoltà, aprendo nuovi mercati”.
Attualmente, spiega Lorenzo, il mercato sconta due vizi d’origine: la iperframmentazione e la solidità non granitica di certi microbirrifici che non hanno alle spalle un progetto strutturato.
“In questo panorama ci sono segnali positivi e rilevanti: ad esempio Baladin che ha ulteriormente alzato l’asticella con il crowdfounding di successo racconta come si può fare birra artigianale di ottimo livello pur facendo impresa. Altri produttori invece sono concentrati sui loro prodotti e meno sul lato commerciale e imprenditoriale: da questo punto di vista l’apertura di nuovi mercati, tramite digital e export, può fare la differenza”.