Nel cuore di Milano, uno scrigno di sapori di Toscana che illumina il centro della città! È una sorpresa, una scoperta e una new entry de IlGolosarioRistoranti – GattiMassobrio, di quelle che ci entusiasmano, Dè Bini (via Santa Marta, 3 – tel. 3478742005), ristorante tradizionale maremmano, nonché enoteca e olioteca, che se se sta a due passi dal Duomo, appena dietro a piazza Cordusio.
È il locale che non c’era. La tavola golosa che non ti aspetti. La zona, si sa, è la più bella del capoluogo lombardo, ma la meno “golosa”, visto che le decine di insegne che l’affollano, perlopiù hanno un’offerta che si limita a sfamare, badando più che al gusto e alla soddisfazione della clientela, al “cassetto”. Tra le mosche bianche, questo indirizzo prezioso, che ha le sue anime in Riccardo Bini e nella sua Alessandra. Il cognome, ai ghiottoni di “lungo sorso”, non potrà che aver fatto sobbalzare il cuore, visto che tra coloro verso cui il mondo del gusto italiano ha debito di riconoscenza infinito, certo c’è quel Giancarlo Bini che, dagli anni Sessanta, ha dato contributo senza eguali e ha fatto la storia della cucina, del vino e dell’olio del nostro Paese. Ebbene, Riccardo ne è il figlio, e, a conferma del proverbio secondo cui “buon sangue non mente”, sulle orme del padre (in verità, della famiglia, visto che rappresenta la sesta generazione di ristoratori), lasciata la Toscana, quale alfiere della sua terra, all’ombra della Madonnina ha aperto una bomboniera di gusto che è meta imperdibile per autentici ghiottoni. Attenzione, abbiamo sottolineato che si tratta di approdo per buone forchette, per golosoni, perché qui, non troverete quei piatti esangui, tutti spumette inconsistenti e aria fritta, dalle porzioni da inappetenti, che, ahinoi, oggi vanno per la maggiore, bensì una cucina che è racconto di commovente autenticità dei profumi e sapori toscani – e in particolare maremmani, con qualche apprezzabile incursione fuori regione, una per tutte, l’omaggio a Milano rappresentato dal risotto alla milanese – realizzata nel segno dell’abbondanza.
Ai pochi tavoli ben apparecchiati, in un ambiente elegante e accogliente, con bottiglie in esposizione e quadri e stampe che documentano passioni e storia dei Bini, andando dalle foto e gagliardetti della grande Inter di Herrera, a riconoscimenti ottenuti e firme di amici celebri come Frank Sinatra, piuttosto che al pensiero poetico che Luigi Veronelli dedicò al suo amico Giancarlo (10.12.99 Giancarlo, o Giancarlo, a te debbo l’innamoramento per gli oli, così che mai potrò diventar tuo creditore. Grazie! Gino).
In tavola sarà festa grande con crostini di maremma “Dè Bini” (ricetta storica di “casa” che reinterpreta la ghiottoneria simbolo toscana, usando macinato di manzo, capperi, acciughe, fegatini di pollo, il tutto cotto nel Marsala), poi tortelli al cioccolato di cinghiale, in questa stagione pappardelle ai funghi, quindi di secondo quel pollo alla cacciatora di “Beppe all’Ombrone” che è altra ricetta storica e che mette nel piatto pollo cotto con vino rosso salvia olive e pomodoro con pinoli e che è leccornia da andare giù di testa. E ancora, l’immancabile fiorentina maremmana o il baccalà alla toscana. Una fetta di torta di mele, mousse di stracchino o i ghiotti e tradizionali cantucci con il Vin Santo, il dolce arrivederci, che chiuderà una sosta che non vedrete l’ora di ripetere!