Azienda simbolo del Monferrato, nata all’inizio del Ventesimo secolo nel territorio che abbraccia i comuni di Grana, Castagnole Monferrato e Montemagno. Dopo l’acquisizione di alcuni terreni negli anni ’80, oggi Montalbera si estende su 150 ettari vitati a cavallo tra il Monferrato e le Langhe.
Le aziende agricole di proprietà della
famiglia Morando sono a Castagnole Monferrato (135 ettari), patria d’elezione per la produzione del vitigno ruchè, e poi a Castiglione Tinella (15 ettari), storica cantina dedicata alla produzione del Moscato d’Asti e casa natale del fondatore di famiglia, il Cavaliere Enrico Morando.
Il
vitigno più valorizzato dall’azienda è il
ruché di cui l’azienda è per certi versi portabandiera per quantità e popolarità. Tre metodi di vinificazione e affinamento per questo vitigno autoctono: La Tradizione, Laccento e Limpronta. L’azienda produce anche Viognier, Barbera e Grignolino e un interessante Barolo con vigne a Castiglione Falletto nelle Langhe.
A fondovalle, 35 ettari sono dedicati alla coltivazione della nocciola del Piemonte Igp. È proprio sui noccioleti e sui vigneti che si affacciano le 4 wine suites.
L’
accoglienza si sviluppa con un approccio naturalistico, con la proposta di
percorsi tra le vigne appositamente studiati per una passeggiata
a piedi, oppure per una escursione con la
mountain bike/e-bike. Inoltre, la possibilità di prenotare una
visita guidata alle cantine, il wine shop, nonché sale per eventi aziendali.
Immancabili i percorsi di
degustazione dei vini, disponibili 7 giorni su 7, dalle ore 10 alle 18, con la possibilità di assaggiare 3 o 4 calici in abbinamento (su richiesta) a salumi e formaggi tipici locali. Il costo varia dai 20 ai 30 €, con la possibilità di prenotare la degustazione con l’enologo, al costo di 50 € a persona.
Detto questo, ecco una panoramica degli assaggi effettuati un mese fa in cantina in compagnia di Franco Morando.
Il
Piemonte Viognier “Calypsos” 2022 è piacevolissimo di note agrumate che tendono alla frutta tropicale. E’ molto fresco e in bocca offre la sensazione pulita di una caramella; finale amaricante. Il
2021 esprime meglio la frutta esotica, quindi è più maturo ed equilibrato In evoluzione.
Bello anche l’assaggio del
Grignolino d’Asti “Grigné” 2021 dal colore roseo con riflessi arancio. Al naso è molto speziato, fruttato, con un che di noce. In Grignolino che ha corpo e spalla, esprime bene i suoi tannini, in un sorso minerale e graffiante. Ha sfiorato i 5 asterischi della mia predilezione.
Notevole è anche il
Grignolino d’Asti l’Anfora” 2020. Ha colore rubino trasparente e brillante. Al naso note di arancia candita, in bocca è equilibrato con una profondità terrosa che esprime la sua speziatura. Lanfora 2021 ha corpo e tannini ben presenti, che esprimono una nota amaricante accentuata. Una bella sfida questa del Grignolino che ci ha fatto piacere conoscere e constatare.
Ed ora eccoci al Ruchè che fa parte della collezione dei Classici. Si tratta del
Ruché di Castagnole Monferrato “la Tradizione” 2021. Un vino che si presenta di colore rubino brillante, ma subito con una gran bella noce e un aroma caratteristico. Lo senti profondo, quasi dolce, ma in realtà mostra la sua anima con una trama tannica viva e piacevole.
Il secondo Ruchè è
“Laccento” 2021 e fa parte della collezione “Selezioni”. Ha colore rubino intenso e qui senti l’anima di questo vino, che mostra i suoi petali di rosa franchi e note di piccoli frutti sotto spirito. È il Ruchè che ti aspettavi, con il suo corpo rotondo e ben equilibrato e anche setoso.
Il Ruché Limpronta rappresenta invece la riserva 2021. Viene invecchiato in tonneaux di rovere ed ha pure un 10% di barbera al suo interno di rovere. Il colore rubino ha subito una tendenza all’aranciato. Al naso le note di frutta sotto spirito sono più accentuate, ma subentra anche l’arancio candito in quel gioco di affinamento di un vino con l’anima aromatica. Qui senti anche il rabarbaro: è molto profondo, pregnante nel suo sorso fresco e minerale che trascina un’ottima persistenza.
Curiosa è anche la
Barbera d’Asti “Solo acciaio” 2021 che si presenta nel bicchiere col suo rosso porpora. E qui, da Barberista quale sono, dico che il descrittore intenso del mirtillo puro non me lo aspettavo. In bocca è elegante, autentica espressione della Barbera di queste parti.
Sarà invece del 2019 la
Barbera d’Asti superiore “La mia Nuda” assaggiata nei millesimi 2019 e 2015. Invecchia in rovere francese e il suo rosso rubino tende al granato, soprattutto nel campione del 2015. E qui senti la concentrazione: della freschezza nel 2019; delle speziature tipiche dei grandi rossi nel 2015. Resta come il file rouge l’acidità vibrante, con cenni di tannicità, ma anche la profondità che rende ragione della dizione “superiore”.
L’ultimo assaggio è stato del
Monferrato Nebbiolo “Il Don” 2021 che ha una bella stoffa e uno spettro aromatico (anche qui senti la rosa). Pur essendo leggiadro ha comunque una sua complessità con caratteristiche speziature.
Tuttavia, ma questo è un mio vizio, ho lasciato il tavolo di degustazione solo dopo aver bevuto la
Barbera del Monferrato “la Briosa” 2022 che è frizzante con le sue note di ciliegia fresca e appunto la sua freschezza persistente.
Ma se fate un salto qui potete completare i miei assaggi (svolti con l’enologo) chiedendo il
Barbaresco “lntuito” e il
Barolo “Levoluzione” e poi altre curiosità. Buoni assaggi!