Diego Cottini, patron dell’azienda Monte Zovo, prosegue la tradizione di viticoltore da ben quattro generazioni e ci racconta l’espressione del suo vino icona Calinverno, che nasce da vendemmia tardiva.
“Abbiamo fatto un timido esperimento nel 1998, per poi replicare man mano, fino ad arrivare ai risultati che tutti conoscono”: inizia così, con voce calma e soddisfatta, la presentazione di Diego durante la giornata in vigna nella tenuta di Caprino Veronese, in cui il frutto del lavoro di questa azienda familiare si percepisce in tutta la sua autenticità.
Diego prosegue:
“Questa vigna di Caprino Veronese è in una zona molto asciutta, quindi sana, e dunque possiamo lasciare l’uva sulla pianta dopo la naturale vendemmia per un primo appassimento in pianta, per poi coglierla successivamente con un’attenta cernita manuale dei grappoli migliori; la raccolta non accadrà in un momento ben preciso: si monitora, in modo che possa essere colta quando è pronta per il nostro obiettivo, legato a quella che sarà la gradazione alcolica e acidità ottimale per ottenere il nostro vino. Normalmente la si coglie verso metà novembre, passa un mese in fermentazione controllata a 20-24° C (perché la raccolta avviene col freddo) a cui segue l’affinamento in barrique e tonneaux per 24 mesi e ulteriori 12 mesi di riposo in bottiglia”.
Durante la visita abbiamo avuto modo di degustare la superba annata 2017. Al naso ricorda sentori di mora, lampone e frutti rossi, con accenni di fiori appassiti, fieno essiccato, note minerali e profumi speziati terziari. All’assaggio è potente, intenso, con una carica di tannini nobili che fanno prevedere una buona evoluzione nel tempo: ideale in abbinamento ad arrosti, cacciagione e formaggi stagionati.
Questo è il
Calinverno, nome derivato dal termine dialettale “calinverna”, usato per riferirsi alla brina ghiacciata che ricopre i campi nei primi giorni d’inverno, sinonimo di valorizzazione del terroir e il rispetto per la biodiversità.
Ed è proprio questa la coraggiosa intuizione di Diego, derivata dall’esperienza del mestiere, di produrre un vino da uve lasciate surmaturare in pianta fino ai primi giorni di novembre. Questo processo è reso possibile dal microclima dell’anfiteatro morenico di Rivoli, che gode della costante ventilazione delle brezze provenienti dal vicino lago di Garda e dei venti che scendono dalla Valle dell’Adige.
Sua l’intuizione, ma Diego non è solo al timone: può contare sul supporto della moglie Annalberta e dei figli Michele e Mattia, che con un bellissimo spirito esprimono la volontà di portare Monte Zovo sempre più verso innovazione, eccellenza e sostenibilità.
Monte Zovo è stata infatti la prima vitivinicola al mondo ad ottenere, nel 2013, la
certificazione Biodiversity Friend (standard che certifica alti livelli di conservazione della biodiversità in Agricoltura). E l’innovazione si estende in tutti campi, per esempio riducendo il quantitativo di vetro per bottiglia, pur mantenendo la stessa forma, considerando la carenza della materia prima e per ridurre ancor di più gli sprechi e la preservazione dell’ambiente.
Anche il contatto con le comunità locali è valorizzato, per esempio tramite la
collaborazione con il laboratorio di economia carceraria Reverse IN, all’interno della
Casa Circondariale di Montorio a Verona, specializzato in artigianato inclusivo e a basso impatto ambientale, in questo caso espresso in meravigliosi
guéridon realizzati a partire dalle scatole di imballaggio brandizzate Monte Zovo. Una bella sensibilità da parte della famiglia Cottini, che include nella propria idea di sostenibilità anche la rinascita e il riscatto dei detenuti del proprio territorio.
Il
futuro dell’azienda prevede l’apertura di un ristorante di generosa metratura e, a seguire, la creazione di spazi di ospitalità, il tutto strizzando l’occhio alle prossime Olimpiadi Invernali 2026, che trovano Caprino Veronese sull’asse Milano-Cortina, ma anche per godere della bellezza di uno dei punti panoramici più suggestivi del Veneto, ovvero il Lago di Garda visto dal Monte Baldo, raggiungibile agilmente scavalcando le vigne tramite passeggiate, mountain bike oppure a cavallo (“Malga Ime” è peraltro l’ippovia più alta d’Italia, parte da 359 metri in località Gaon a Caprino Veronese e arriva a 1.367 metri alla malga Colonei di Pesina).
Nel frattempo protrete cogliere l’occasione di visitare Monte Zovo, prenotando uno dei
percorsi offerti dalla famiglia Cottini.
Si parte con la
"merenda in vigna" (25€ a persona), un’esperienza rigenerante a contatto con la natura durante la quale verranno serviti 2 vini (Wohlgemuth Pinot Grigio e Phasianus Chiaretto di Bardolino) abbinati a prodotti tipici locali;
“i terroir Monte Zovo” è un tour che guida i visitatori alla scoperta dei 3 principali territori vitivinicoli in cui opera l’azienda, ovvero Valpolicella Garda e Lugana. Abbinati a finger food saranno serviti 3 calici di Lugana Le Civaie Terralbe, Calinverno (di cui abbiamo parlato sopra) e Amarone della Valpolicella.
Il terzo tour si intitola
“i cru di Monte Zovo”, prevede la visita agli stabilimenti produttivi e ai locali di affinamento per poi concludersi con la degustazione in terrazza dei 4 vini iconici della Tenuta di Caprino, serviti con un tagliere di prodotti tipici locali. Segue poi l’
"Amarone Experience”: nell'intima sala delle riserve di famiglia saranno serviti 3 calici di 3 annate diverse di questo vino iconico, abbinato coi prodotti tipici locali. Infine il
“pranzo in cantina” in cui godere di un pasto completo in cui ogni portata verrà abbinata a un calice di vino griffato Monte Zovo. C’è davvero l’imbarazzo della scelta: non vi resta che prenotare e partire!
Azienda Agricola Monte Zovo
Località Zovo, 23
Caprino Veronese (VR)
Tel. 045 728 1301
www.montezovo.com