"Con tutta sincerità, un pollo così buono non lo assaggiavo da anni". Questo è stato il commento di Paolo Massobrio, appena entrato in ufficio al mattino, dopo aver assaggiato il campione di un produttore di Montechiaro d’Asti (Regione Reale, 35 – tel. 0141904058), talmente bravo che è già stato intercettato da quelli di Àmati.
Alessandro Varesio è figlio di allevatori di galline ovaiole e 15 anni fa, vista anche l’immobilità del mercato, decise per un cambio drastico puntando tutto sulla carne avicola di qualità. Un periodo di full immersion nelle campagne d’Oltralpe con stages presso allevamenti e macelli francesi, e quindi il ritorno in cascina con un bagaglio di idee… e di sogni. Prende vita così presso l’Azienda Avicola Fattoria La Fornace il suo allevamento di "polli rurali allevati all’aperto e nutriti con mangimi vegetali no ogm” (è l’unico in Italia a riportare questa dicitura sull’etichetta di vendita).
La razza da lui selezionata è quella ibrida dal collo nudo italiana, caratterizzata da una pelle sottilissima e colore giallo paglierino. Siamo perciò di fronte ad un allevamento davvero di nicchia, garantito in ogni aspetto della filiera, nel quale domina la solida cultura della sana alimentazione e la certezza del loro percorso di vita all’aperto sui prati di proprietà. I polli ruspanti, infatti, nutriti esclusivamente a mais, soia no Ogm ed erba, vengono macellati dopo circa 120 giorni di vita, al raggiungimento di un peso ideale di circa 2,2 kg. Accanto ad essi, non manca la presenza anche di capponi, faraone e gallinelle.
Alessandro, sempre attento ai temi agroalimentari a 360°, qualche mese fa ha deciso di riprendere anche il filone produttivo del padre legato alle uova. Anche in questo caso, l’investimento è stato curato nei minimi particolari, dando spazio ad una delle razze d’eccellenza del nostro Paese, ovvero le galline livornesi, allevate a terra e alimentate con metodi naturali (mais, semi di lino, erba). Le 5mila galline che oggi razzolano libere in un’area a cielo aperto e cintata di circa 24mila mq, danno così uova bianche e buonissime, del peso di 330 g per sei uova, denominate “Le Camilline” in onore della giovane figlia Camilla. E anche queste, il nostro uomo col Papillon le ha apprezzate favorevolmente, tanto da prenotarle per la sua bagna caoda rituale.