Trattoria San Bernardo di Morimondo: indirizzo per Expo

In una location unica, di fronte all’abbazia, un giovane spagnolo che ama e crede nella cucina italiana

23.12.2014

L’abbazia di Morimondo, tipicamente cistercense, con la sua architettura che rivela il legame con la tradizione romanica seppur già con influenze di stile gotico, è un incanto. A renderla di straordinario fascino, i suoi quasi mille anni di storia, il patrimonio di fede e cultura di cui è custode, la sua bellezza.

Proprio di fronte, la Trattoria San Bernardo (via Roma 1 – tel. 0294602192). Nella scorsa primavera è cambiata la gestione. Anima del nuovo progetto, David Peix, 31 anni, spagnolo, gavetta in realtà importanti, ma giovane di umiltà pari alla professionalità. È di Barcellona, e pur con i piedi per terra, ha aspirazioni grandi. Nella sua Catalogna i modelli a cui si ispira, non a Roses, però, ma a Girona, visto che il suo sogno è fare un percorso simile a quello dei sommi fratelli Roca, la cui famiglia è partita dal basso ed è salita in alto. Cammino che vuole fare qui in Italia, visto che ha della cucina del nostro paese stima sconfinata. Non è miliardario, ma qui ha messo tutto. E nel segno del massimo delle sue attuali disponibilità, ha ristrutturato il locale, rendendolo bello, luminoso, accogliente, con i tavoli ben distanziati e apparecchiati con cura.

Nella bella stagione si può mangiare nel dehors, da cui si ammira l’abbazia. Sa cucinare, ma sta in sala, affiancato da Simina Chitac, poiché considera fondamentale il rapporto con la clientela. Voi ascoltatelo, nel suo impeccabile italiano, illustrarvi il menu, che Khaled Marzouc e Nicolò Celario, gli chef, impostano sulla spesa quotidiana, valorizzando con fantasia la cucina della tradizione.

E poi godetevi un percorso che potrà avere il gusto di culatello di Zibello e gnocco fritto o di sformatino di radicchio Bitto e fonduta di Grana Padano. Poi avanti con i buonissimi gnocchi di patata viola con gorgonzola e pere caramellate o con un buon risotto (se vi va “giallo”, allo zafferano, potrete averlo anche con l’ossobuco). Di secondo? Carne, con costoletta alla milanese (ci tiene a dirlo, come ha da essere, non di maiale, ma di vitello) con patate al rosmarino, o pesce, con baccalà alla vicentina su tortino di polenta. Prima di chiudere contenti con tortino di cioccolato o bavarese alle castagne.

La voglia di far bene è tanta. E per provare questa trattoria, quale occasione migliore del pranzo di Natale e Capodanno, dove fanno un menu tutta gola!
Avanti così! Buena suerte!

 

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