Oggi su Avvenire Paolo Massobrio riflette sul Natale e sul fatto che si è perso il senso dell'attesa. Questo pensiero nasce leggendo la prefazione del libro Aspettando il Natale con 25 storie per vivere l'Avvento, dove l'autrice Annalena Valenti evoca parole come "sorpresa, gioia, stupore, strana allegria, dolcezza, tenerezza, felicità, meraviglia, bellezza". Sembra che oggi queste parole non esistano più, sconfitte dalla tristezza e dai tanti impegni che ci assillano.
Massobrio quindi si chiede: "C'è un motivo vero per essere indaffarati e tristi in queste ore?".
Durante una cena da Sergio Barzetti a Malnate Massobrio ha assaporato un brodo di cappone "povero e inaspettato", che ha riscaldato il cuore ed evocato il silenzio, che diventa fondamentale per trovare i motivi per cui nella vita non si può essere tristi proprio a Natale. Solo così la festa acquisisce un senso profondo.
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