Nestlè salva le Rossana, pecorino piemontese e un po' di Langa in Bulgaria

09.06.2016

Sono state per quasi un secolo le caramelle simbolo dell’Italia, con la mitica carta rossa e un gusto inconfondibile. Hanno rischiato l’estinzione ma le Rossana, chiamate così in onore della donna amata da Cyranò de Bergerac, continueranno ad esistere: il piano presentato da Nestlè per il rilancio di Perugina, che le tagliava fuori a tutela dei cioccolatini, è stato chiuso con un accordo che cederà il ramo d’azienda alla piemontese Fida, che continuerà a produrre Rossana e le altre sorelle all’interno dello stabilimento di Castagnole delle Lanze, in provincia di Asti. (La Stampa) @ Dalle caramelle al pecorino “made in Piemonte”. La notizia arriva da Biraghi, che oggi a Savigliano farà il suo appello agli allevatori per reclutare 200 pecore con cui avviare una produzione di pecorino “a chilometro zero”. Ad appoggiare l’iniziativa anche l’assessore regionale piemontese Giorgio Ferrero. E se domani arriveranno dei sì, entro un anno anche il Piemonte avrà il suo pecorino. (La Stampa). @ Non solo tessuti ma anche vino, direttamente dalla Tracia. E’ la storia di Edoardo Miroglio, l’imprenditore tessile che dalle Langhe si è trasferito a Silven, in Bulgaria, dov’è diventato il principale investitore italiano e dove oltre ai filati - per cui ha creato un polo tra i leader mondiali del settore - si dedica anche al vino. Su La Stampa racconta la sua storia Roberto Fiori, che scrive: “La prima vendemmia risale al 2004. Il prodotto principale è il Pinot nero, ma gli sforzi maggiori sono riservati alle antiche varietà autoctone, in particolare il rosso Mavrud, che risale a 7mila anni fa”. Lo scorso anno un brut di questa azienda ricevette il premio Top Hundred di Papillon.

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