Nome in codice: culatello. E’ tutto da leggere, su Repubblica, l’affondo di Licia Granello sul salume “dal nome scandaloso” censurato dalla Chiesa e riabilitato solo a metà del 1700. E ora è diventato un pezzo da museo grazie all’esperienza (e intuizione) degli Spigaroli, i signori dei salumi che a Polesine Parmense hanno aperto il primo Museo del Culatello e del Masalèn. @ “Non sprecare niente è la regola e vale per il lavoro come per l’aceto di mele fatto con i torsoli”. Parola di Lisa Casali, la food blogger esperta di rischi ambientali che, tolto il camice da scienziata, sperimenta in cucina come riutilizzare i materiali di scarto, dalle bucce delle banane ai gambi del cavolo. “Porto il mio lavoro in cucina (…) e ho scoperto che in molte delle parti che buttiamo via ci sono concentrazioni di antiossidanti e vitamine più alte rispetto a quelle “belle” che serviamo a tavola”. (Repubblica Milano) @ Da leggere, su Sette, anche l’intervista di Irene Soave a chef Bruno Barbieri, che alla domanda “Se fossi l’imperatore del mondo” risponde: “Introdurrei un codice penale con varie norme da applicare in cucina. Punto uno: non sprecare. (…) Vieterei di vendere prodotti fuori stagione e sarei severissimo nel vietare la pesca a capriccio. (…) E darei 100 euro in regalo a chi pianta un albero”. @ Cento bottiglie eccellenti e le storie dei loro produttori. E’ quanto contenuto in “I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia”, la guida curata da Luciano Ferraro per il Corriere della Sera e presentata stamane da Aldo Grasso sulle pagine del giornale. Percorsi e volti alla scoperta delle persone che stanno dietro alle etichette, tra cui quest’anno spiccano Federico Carletti di Poliziano (Vignaiolo dell’anno), Raffaella Bologna di Braida (vignaiola dell’anno), Salvatore Geraci di Palari (vignaiolo resistente) e Richard Geoffroy di Dom Perignon (Una vita per il vino). (Corriere della Sera)