La notizia

07.04.2016

Brodo di pollo e buon vino contro l’invecchiamento cellulare, radice di salice bianco come antinfiammatorio e olio di fegato di merluzzo per aiutare il cuore. Non sono gli ingredienti di una pozione miracolosa ma i vecchi rimedi della nonna, riscoperti anche grazie agli studi di due ricercatori, Claudio Molinari e Francesca Uberti, che hanno dato avvio alla start-up NoiVita che sta già lavorando per grandi aziende. “Gli antichi - spiegano Molinari e Uberti - usavano pratiche apparentemente magiche, che in realtà hanno un fondamento scientifico”. Ma oltre ai rimedi tradizionali nei laboratori di noiVita hanno fatto capolino alcune novità, a partire dallo Zebrafish, il pesciolino con le cui uova vengono prodotte creme che promettono di ringiovanire la pelle, e passando per il tessuto dedicato agli sportivi, che i ricercatori stanno potenziando per massimizzare l’effetto di compressione volto a diminuire l’acido lattico nei muscoli. (La Stampa) @ Mc Donald’s offre nuovi posti di lavoro. E in 800 si presentano alle selezioni. E’ successo ad Arese, dove la multinazionale del fast food ha aperto una nuova sede mettendo “sul piatto” alcune offerte di lavoro. I candidati? Disoccupati, universitari e anche vegani. (il Giornale) @ Mezzo secolo di Vinitaly in cinque etichette che hanno fatto la storia. E’ l’intento di Andrea Cuomo, che sul Giornale ripercorre le tappe del salone internazionale dedicato al vino attraverso le bottiglie che hanno cambiato l’Italia. Etichetta simbolo della prima decade (1967 - 1976) è il Brunello di Montalcino Biondi Santi, mentre a rappresentare la seconda decade (1977 - 1986) è il Sassicaia di Giacomo Tachis. Terza decade (1987 - 1996) con il San Leonardo “taglio bordolese” ma tutto trentino, e quarta decade (1997 - 2006) con un bianco diventato cult: la Falanghina di Mastroberardino. Ultimi dieci anni caratterizzati dalla crisi del mercato interno, con buoni numeri per l’export e il boom del Prosecco, ma si fa largo anche un Franciacorta: la cuvée Anna Maria Clementi di Cà del Bosco. (ilGiornale) @ L’abbiamo annunciato ieri ed è già una realtà; il mondo del Moscato piemontese finisce nel mirino dell’Antitrust, che in una nota specifica che gli accordi sul prezzo delle uve firmati in paritetica non hanno valore giuridico e che “Fissare le produzioni per ettaro può ledere i consumatori”. Pronto il commento dell’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero, per cui: “La nota racconta un’ovvietà. La Regione, tramite la paritetica, stabilisce le rese per ettaro seguendo una legge nazionale”, mentre il presidente di Asso Moscato, Giovanni Satragno, aggiunge: “L’accordo sul prezzo è sempre stato un patto tra gentiluomini”. Intanto, i moscatisti dei 52 comuni coinvolti saranno convocati venerdì 15 aprile a Torino, dove si discuterà del rilancio dell’Asti Spumante e si chiederà all’industria di investire in comunicazione. (La Stampa)

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