“Le cantine fanno bene ai mercati, ma l’Italia trascura le eccellenze”. A parlare è Sandro Boscaini, presidente e ad della veronese Masi - prima cantina quotata in borsa - conosciuto dai più come il “papà dell’Amarone”. Lo intervista su Libero Carlo Cambi, a cui confida: “Il mercato interno va curato di più e meglio. Lo si fa prima di tutto con la cultura del vino e sarebbe bene insegnarla nelle scuole”. E a proposito della quotazione in borsa aggiunge: “Andare in Borsa fa parte dell’innovazione e costringe le aziende a operare con trasparenza. Ma investire in cantine fa bene anche alla Borsa perché i signori della finanza col contatto con la natura recuperano una dimensione umana dell’economia. Perché il vino è un dono del Creato, ma fatto dagli uomini per gli uomini”. @ Intanto, dal Vinitaly 2016 parte anche la grande sfida al digitale, con cui gli operatori dovranno confrontarsi per non perdere terreno in un mercato globale. “Vogliamo dare l’opportunità ai nostri produttori di confrontarsi con le più grandi realtà internazionali del web” ha commentato il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, che ospita nello stand del Ministero 10 workshop con player giganti del web come Facebook, Twitter, Google, Amazon e Ebay. “Dobbiamo imparare a sfruttare al meglio questi canali, ma anche a renderli strumenti di competitività”. Intanto, mercoledì 13 aprile il ministro accoglierà i rappresentanti dei ministeri dell’agricoltura dei paesi mediterranei per il primo Forum internazionale del vino europeo, che avrà come oggetto il futuro del comparto e le scelte più utili a livello europeo per sostenere i produttori. (Corriere della Sera) @ Ma di futuro del vino ha parlato anche Paolo Massobrio, intervenuto con un articolo nello speciale che La Stampa ha dedicato ai 50 anni di Vinitaly. Dove ha scritto: "Possiamo essere certi che il vino di domani sarà non solo quello di sempre (e anche più buono), ma persino quello che la generazione dei padri aveva dimenticato. Sarà molto sostenibile, con il minor intervento chimico possibile. E le declinazioni di questa ventata sono tante: agricoltura biologica, biodinamica, integrata o ecosimbiotica. (...) Berremo sempre più bollicine. Ma in ogni caso berremo sempre più italiano, perché l'offerta del vino di casa nostra è diventata più ricca, più curiosa e soprattutto più buona". E sulla comunicazione del vino ha poi aggiunto: "In questi 50 anni Vinitaly ha insegnato anche a fare comunicazione: ha favorito confronti, cercato di abbracciare tutte le anime del vino". @ Segnali di ripresa arrivano dal mercato interno del vino. A dirlo è l’Osservatorio Wine2Wine, secondo cui il 36% delle aziende intervistate ha registrato un volume d’affari in crescita sul mercato domestico con dati positivi per canali distributivi come Horeca e Wine Bar, ma soprattutto nella grande distribuzione, dove viene venduto circa il 70% del vino. Sono le anticipazioni della ricerca IRI che sarà presentata a Vinitaly e che evidenzia risultati positivi per gli spumanti (+7,8%) e per i vini biologici (+13,2%). Nei supermercati, il vino più venduto in assoluto si conferma il Lambrusco (12milioni e 771mila litri venduti), mentre il secondo rimane il Chianti. Al terzo posto sale lo Chardonnay (+9%) ma vanno bene anche il Nero d’Avola (+4,6%) il Vermentino (+8,5%) e il Trebbiano (+5,6%). La Passerina marchigiana ha avuto il maggior trend di crescita, con il +34,2%. (Italia Oggi) @ Dietrofront della UE sui progetti di semplificazione della normativa europea sul vino, che avrebbe soppresso il diritto di esclusiva per l’utilizzo di alcune denominazione che prendono il nome dal vitigno, di cui l’Italia gode da tempo. Nebbiolo, Lambrusco, Vermentino & co, restano dunque solo italiani, mentre le Cooperative, Federdoc, Assoenologi e tutte le organizzazioni agricole tirano un sospiro di sollievo, dopo l’opera di persuasione esercitata nei confronti della Commissione su più livelli. (Italia Oggi)