La notizia

29.04.2016

La diatriba tra Nord e Sud finisce nel carrello. Dopo anni di crisi, le famiglie che vivono da Roma in sù hanno ricominciato a spendere, mentre al Sud prosegue il tracollo. E’ la fotografia dell’Italia dei consumi scattata da una recente indagine Nielsen, che ha anche evidenziato quali prodotti facciano da traino alla ripresa e quali, invece, la affossino. Restano invenduti sugli scaffali i prodotti legati alla prima colazione (biscotti, latte fresco e UHT, zucchero, confetture di frutta e merendine), ma anche i preparati da brodo, i pelati e i pomodorini. Bene invece per la birra, l’acqua naturale, lo yogurt magro, la frutta secca senza guscio, gli affettati, il salmone affumicato e gli snack salati. Ma intanto, a cambiare sono stati anche gli stili di vita: là dove i consumi riprendono, il giro d’affari cresce grazie a prodotti di lusso, mentre a unire l’Italia da Nord a Sud sono i prodotti salutisti: biologico, gluten free e senza grassi piacciono in ogni angolo dello Stivale. (La Repubblica) @ In due casi su tre le capitali europee servono falsi cibi italiani. A lanciare l’allarme è Coldiretti, che ieri a Bologna ha organizzato una mobilitazione a difesa del made in Italy presentando un dossier sul lavoro svolto dai Carabinieri che hanno battuto i supermercati d' Europa. Ecco quindi spuntare i Kapeleti e la Mortadela sloveni, il Parmezali romeno, la Milaneza pasta portoghese il Carpaccio formaggio olandese, senza contare gli spaghetti sloveni, che in Romania diventano Spaghete e in Olanda “Spagheroni” o il Perisecco britannico. (Libero) @ E a proposito di Prosecco, resta acceso il dibattito sui furti nelle vigne della Doc e Docg. Ultimo in ordine temporale il furto di 800 barbatelle da un nuovo vigneto di Farra di Soligo, nel Trevigiano, che ha seguìto le sparizioni di oltre un migliaio di piantine in tutta l’area. E mentre le indagini proseguono tra i viticoltori scoppia la guerra, con i produttori di collina che accusano dei furti quelli della pianura e viceversa. E intanto il Consorzio di Tutela commenta: “Il Prosecco finisce sempre in prima pagina. Questo da un lato ci fa piacere, perché è indicativo rispetto al successo che il Prosecco sta riscontrando, ma dall’altro si corre il rischio che vada a generare effetti non desiderati. E da qui a considerare ipotesi di racket e furti su commissione ce ne passa". (La Stampa) @ Ma sul vino interviene anche Luca Zanini, che su Sette parla di quello naturale descrivendo un mercato per cui la domanda è decuplicata negli ultimi cinque anni e che oggi conta 800 vignaioli censiti che non usano prodotti chimici, tra cui 5 profeti che in Italia stanno facendo proseliti. (Sette) @ Da un’idea ambiziosa a un fenomeno di successo. E’ la storia della Barbera del Nizza, raccontata oggi su la Stampa da Riccardo Coletti, che ne ripercorre le tappe degli ultimi vent’anni. E scrive: “Se 10 anni fa le guide enologiche premiavano più Barbera d’Alba che Asti, oggi la tendenza si è rovesciata e dalle colline del Barolo e Barbaresco, grandi marchi hanno acquistato appezzamenti nei 18 comuni in cui si possono coltivare i vigneti del Nizza”. Il segreto del successo? Per il presidente della Produttori Nizza, Gianni Bertolino: “Sta tutto nel gioco di squadra”. (La Stampa)

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