La notizia

17.05.2016

Immaginate una ricetta, selezionate gli ingredienti necessari e aspettate che qualcuno bussi alla porta per consegnare la spesa che ha fatto al vostro posto. Non è un sogno, ma quanto mette in pratica Quomi, la start-up di Andrea Bruno e Daniele Bruttini che sul portale “Alice’s Adventures in Wonderland” mette a disposizione delle ricette e, insieme a queste, anche un servizio di consegna degli ingredienti necessari per realizzarle, con prezzi che vanno dai 34 € per due ricette ai 44 € per quattro. Ma il fenomeno delle APP gastronomiche è in continua crescita; ne sono un esempio Kalula, che raccoglie piccoli produttori che vendono a una comunità le proprie merci; WineOwine, per enoappassionati che cercano vini di nicchia; Appetitoso, che cerca i ristoranti partendo da un piatto; Artichalk, che consiglia l’attività sportiva ad hoc e Last Minute Sotto Casa, che mette in contatto i commercianti che vogliono vendere la merce in scadenza. (Il Giornale) @ Escherichia coli nella carne argentina, salmonella nel pollame del Brasile, ma anche antibiotici e metalli pesanti. Sono i cibi che - secondo l’ultimo dossier Coldiretti - rischiano di finire sulle nostre tavole. “Negli ultimi 20 anni - sottolinea il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo - la globalizzazione ha visto come riferimento il prezzo del prodotto agricolo e mai le regole di produzione”. Cibi che sì, costano poco, ma valgono meno. E mettono a rischio la nostra salute, soprattutto perché nella maggior parte dei casi la provenienza è anonima. E mentre l’export agroalimentare made in Italy nel 2015 è cresciuto del +7,3%, i consumatori italiani chiedono più chiarezza sull’origine dei prodotti. “Vogliamo tutelare il made in Italy con l’obiettivo di salvaguardare il reddito dei produttori e dare forza alle imprese nostrane, contro la concorrenza sleale con cibi di bassa qualità” ha detto il ministro Maurizio Martina. @ E in tema di salute alimentare continua a far discutere anche il glifosato, l’erbicida usato in agricoltura e rintracciato in molti prodotti messi in commercio. Sulla sua tossicità sono intervenute anche l’Oms e la Fao, escludendo che l’assunzione di glifosato attraverso la dieta possa essere cancerogena per l’uomo. Un parere su cui ora è chiamata a pronunciarsi anche la Commissione europea, che nei prossimi giorni deciderà se rinnovare l’autorizzazione all’uso del glifosato in agricoltura. (QN) @ L’agroalimentare italiano incide per l’11% nell’economia del Paese e vale 190miliardi di euro, ma fa i conti quotidianamente con problemi che lo ostacolano, tra cui la debolezza di alcune filiere e la contraffazione. Per questo motivo il Gruppo UniCredit e il Ministero delle Politiche agricole hanno firmato un accordo per aiutare l’agroalimentare a crescere. Grazie al “Progetto UniCredit Mipaaf”, di qui al 2018 saranno messi a disposizione 6miliardi di euro per sostenere gli investimenti e favorire l’accesso al credito delle aziende operanti nel settore. (Avvenire) @ Il Passito di Strevi si aggiudica 2 premi Marengo Doc. A conquistare la giuria di esperti il passito di Strevi “Reverentia” 2009 dell’azienda Cà di Cicul e il Passito di Strevi “Passione” dell’azienda Bragagnolo, cui è stato assegnato anche il Marengo d’Oro nella sezione dei vini aromatici. Il premio della critica, aggiudicato da una commissione di esperti presieduta da Paolo Massobrio è andato invece al Gavi del Comune di Gavi 2014 de La Smila di Bosio. (La Stampa) @ Tempo di cambiamenti all’Enoteca di Canale. Lunedì 23 maggio l’assemblea dei soci e i 18 sindaci del Roero vitivinicolo eleggeranno il successore di Luciano Bertello, al vertice dell’enoteca per 18 anni. Il nuovo amministratore unico sarà Pierpaolo Guelfo, già ideatore de “Il magico Paese di Natale” di Govone. (La Stampa) @ 224 chilometri lungo le valli del Tanaro per chiedere un percorso che diventi una pista permanente dedicata ai ciclisti. E’ l’intento della GranTanaRando, la randonnè che sabato e domenica coinvolgerà i ciclisti in un percorso che partirà dalla Cittadella di Alessandria per arrivare a Upega, vino a Ormea. “Vogliamo coinvolgere il maggior numero di ciclisti lungo un tragitto spettacolare, per farlo diventare una ciclovia permanente”, ha detto l’anima dell’iniziativa Pietro Contegiacomo (La Stampa)

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