Persone con età, professioni interessi diversi che si incontrano all’ora della colazione per creare conoscenze finalizzate all’acquisto/vendita di ogni genere di cosa, dalle consulenze legali agli abbonamenti telefonici. E’ l’ultima frontiera degli affari, che a Milano ha già fatto nascere 25 gruppi di incontro che ogni giorno, alle 7,30 si danno appuntamento all’hotel Andreola di via Scarlatti. Il meccanismo è semplice: sulla falsariga degli speed date, dopo il primo round di autopromozione, in cui i partecipanti si presentano, si passa ai dialoghi a tu per tu. (Rigorosamente lavorativi n.d.r) @ “Se c’è un rischio che non si corre con il vino è quello della delocalizzazione” Così su Repubblica l’assessore regionale Giorgio Ferrero commenta la joint venture tra la cantina piemontese Vietti, storica produttrice del Barolo, e la holding americana Krause. “Oggi investire su prodotti come il vigneto e il vino, e in generale sul territorio e sull’agroalimentare piemontese è un elemento di grande tendenza e rappresenta il ritorno alle cose vere, alla terra (…) Inoltre le denominazioni ci origine ci garantiscono il legame con il territorio ed e’ fuori discussione che, in particolare nel settore del vino, non si possa fare a meno delle professionalità locali”. (La Repubblica) @ L’Italia raggiunge quasi l’autoconsumo nella produzione di grano duro, ma crollano i prezzi in campagna. Secono il Presidente di Italmopa, Ivano Vacondio: “Le questioni sono due; la qualità in termini di proteine non è sufficiente e mancano silos di stoccaggio”. Una questione seria, dal momento che per la prima volta sono stati superati i 5 milioni di tonnellate prodotte ma non si sa dove mettere le eccedenze e la scarsa qualità in termini proteici crea problemi con i produttori di pasta, che respingono la materia prima se non rispetta le regole. Il problema sarà discusso con tutta la filiera il prossimo 20 luglio, nell’ ambito del tavolo convocato dal Ministero delle Politiche Agricole per affrontare la questione cereali. (Italia Oggi) @ Rhum Havana Club, champagne Mumm o Perrier Jouet, whisky Chivas Regal e cognac Remy Martin. Non gli ingredienti di un cocktail elaborato, ma i “cavalli” su cui puntare secondo i trader della borsa di Parigi. Secondo gli esperti di Boursorama, il sito più referenziato sulle questioni finanziarie: “I titoli delle case vinicole francesi e dei colossi dell’alcol sono una garanzia per gli investitori”. Un esempio: dall’inizio dell’anno, mentre la borsa di Parigi crollava, il gruppo Pernod Ricard metteva a segno una crescita media del +5%, mentre Remy Cointreau ha registrato un incremento del +24%. (Ai numeri l’ardua sentenza…) (Italia Oggi)