La notizia

23.01.2017

Più tracciabilità per il latte e i suoi derivati. Come annunciato nei mesi scorsi, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto firmato dal ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, che prevede l’indicazione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattiero caseari. Ad annunciarlo Coldiretti, che ha spiegato come la norma entrerà in vigore pienamente dopo novanta giorni dalla pubblicazione, anche se sarà ancora possibile smaltire le scorte delle confezioni con le vecchie etichette, entro e non oltre 180 giorni. (QN di sabato) @ Dal latte alla carne, con la guida all’interpretazione dell’etichetta fornita su Libero di domenica da Attilio Barbieri. Aumentano le varietà di bovini, ma saper ricercare le informazioni sulle etichette può essere più complicato di quanto sembri. Dopo l’introduzione dell’etichetta di origine da parte della UE, sono 4 le informazioni che ogni consumatore deve necessariamente trovare: il Paese di nascita del bovino, i Paese di Allevamento, quello di macellazione e quello di sezionamento. Altre indicazioni sono invece facoltative (e decisamente più rare): il nome dell’allevatore e l’indirizzo dell’allevamento, la razza del bovino e la sua denominazione, oltre al sistema di allevamento e al tipo di alimentazione. “Da sempre - spiega il presidente del Consorzio Unicarve Fabiano Barbisan - la GDO ha scelto di inserire in etichetta solo le informazioni obbligatorie per poter mescolare il più possibile la carne estera con quella prodotta in Italia. (…) Il motivo è che la carne che importiamo, la metà di quella venduta in Italia, costa meno rispetto alla nostra”. @ Anche il prosciutto italiano inizia a parlare francese. Uno dei più tipici prodotti tricolore, il San Daniele, finisce nelle mani della società d’Oltralpe Loste-TradeFrance, che ha acquisito la maggioranza del prosciuttificio Dok dall’Ava, una delle storiche aziende del Friuli. Lo spiega su Avvenire Francesco Dal Mas. @ L’Alto Piemonte tra le zone vitivinicole migliori del mondo. A dirlo è Forbes, che ha inserito le colline piemontesi nella “Top 12” di una classifica globale per i suoi “Vini pregiati, anche se poco conosciuti”. Secondo la rivista “Il 90% dell’attenzione di  critici e consumatori, quando si parla di Piemonte è diretta verso il Barolo e le Langhe. (…) Ma l’Alto Piemonte è in fase di rinascita, grazie alle nuove generazioni che tornano all’azienda agricola e migliorano la qualità dei vini prodotti”. (La Stampa) @ Ma il vino piemontese sarà anche al centro del Progetto Indigena, un’iniziativa volta a promuovere gli autoctoni piemontesi portando esperti internazionali, sommeliers, importatori e giornalisti da tutto il mondo alla scoperta dei territori che li ospitano. Il primo appuntamento sarà domani, alle 10, al castello di Casale Monferrato, dove insieme agli esponenti dell’associazione Io Grignolino interverranno la master sommelier americana Laura De Pasquale, vice presidente di Artisanal fine wines (il più grande importatore e distributore degli USA n.d.r), la giornalista e giudice di vino Michaela Morris e la corrispondente della rivista cinese Modernweekly Lingzi He. (La Stampa) @ E in tema di vino anche l’intervento di Massimo Boatti, che su Libero critica velatamente la comunicazione stereotipata dei vignaioli: “Le carte dei vini vanno riviste in linea con i tempi. Visti i trend della ristorazione, sarebbe forse meglio che i produttori di vino abbandonassero la comunicazione incentrata sugli abbinamenti elitari per concentrarsi su quelli più pop, a partire da quelli con le cucine regionali in abbinamento alle alte espressioni enologiche di zona”. @ Infine, su il Giorno, Emanuele Bottiroli annuncia un altro appuntamento legato al mondo del vino: mercoledì 1 febbraio, la Delegazione Ais di Cremona-Lodi ricorderà in una serata speciale Giacomo Tachis, l’inventore del Sassicaia e di altri leggendari vini. Ospite della serata sarà l’enologa Graziana Grassini, che ne ha raccolto l’eredità e che dal 2009 affianca il marchese Niccolò Incisa della Rocchetta. @ Addio a Vittorio Coin. L’imprenditore veneto alla guida dell’omonima catena di grandi magazzini si è spento all’età di 78 anni. Sul Corriere della Sera Maria Silvia Sacchi ripercorre le tappe della sua carriera e riportando il ricordo del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, scrive: “Ci ha lasciato un grande condottiero dell’impresa veneta e del vero capitalismo sociale di cui questa terra è madre”. 

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