La Notizia

30.03.2017

Barilla vuole il bollino made in Italy anche per i prodotti fatti all’estero”. Così su La Verità di stamane Claudio Antonelli spiega come la neonata Unione Italiano Food, l’associazione che raggruppa 450 aziende dell’agroalimentare italiano, abbia preso posizione tramite il presidente Paolo Barilla contro lo “stellone”, il bollino proposto dal ministro Carlo Calenda a tutela dei prodotti made in Italy. “Il sistema industriale - ha dichiarato Barilla - è fatto sia di aziende che operano in Italia sia di altre presenti in Italia e all’estero. Così si rischia di disincentivare quelle aziende internazionalizzano”. Ma contro gli industriali interviene anche Coldiretti, che tramite il presidente Roberto Moncalvo annuncia: “Tutelare la filiera, di delocalizzare non parliamone proprio”. @ L’integrazione passa anche dall’agricoltura. Nonostante la “croce” del caporalato, sono molte le aree rurali italiane in cui ci sono buone pratiche di integrazione e gestione dell’immigrazione. A darne conferma è la Cia, che certifica come in tutta Italia, dei 25.000 imprenditori titolari di aziende straniere, 12.000 siano extracomunitari. “Un’azienda agricola su tre fa affidamento su un lavoratore straniero - fanno sapere - mentre gli stranieri impiegati in agricoltura sono 320.000, di cui 128.000 extracomunitari”. Ne parla su La Stampa Maurizio Tropeano, che riporta anche le esperienze di tre imprenditori stranieri che hanno contribuito alla rinascita dell’agricoltura. @ Ma in tema agricolo continua a far discutere la questione voucher. Ultima in ordine temporale la rivolta messa in atto dai panettieri di Bologna, che dopo l’abolizione dei buoni-lavoro si sono trovati in difficoltà a mettere in regola i propri collaboratori. E contro i sindacati dicono: “Ora fatevi assumere dalla Cgil”. Su Libero l'approfondimento di Alessandro Gonzato. @ L’Italia si conferma il primo produttore mondiale di vino, anche grazie al boom degli spumanti. Ma burocrazia e lacune nelle attività di promozione minano seriamente i nostri calici. Lo scrive su Panorama Pietro Romano, che riporta le prime proiezioni dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv) e a proposito dell’exploit degli spumanti (+22%) scrive: “Proprio questo exploit fa temere un rallentamento quest’anno. Anche perché sul fronte della promozione all’estero del vino italiano i nostri produttori rischiano di gareggiare con una gamba legata, dal momento che dei 23 milioni destinati alla promozione ne sono stati assegnati soltanto 13,5”.

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