Fare impresa in agricoltura? Si può, a patto di non aspettarsi guadagni stellari. Su La Verità di stamane un ampio approfondimento di Alessia Pedrielli spiega come i fondi pubblici destinati al settore agricolo esistano, ma per le start-up restano quasi sempre “un miraggio”. A scendere nel dettaglio è anche Coldiretti, che nelle analisi riferite al 2016 evidenzia un vero e proprio boom di giovani nel settore: in Italia, 1 impresa su 10 condotta da giovani opera in agricoltura (8,4%) e sono già 51.123 le tenute curate da under 35. Ma non è tutto rose e fiori, perché per poter avviare la propria azienda agricola serve una buona base di partenza; quella minima comprende una cifra che va dai 20 ai 40 mila euro, almeno un ettaro di terreno da poter coltivare e - non ultima - l’esperienza. Le erogazioni pubbliche sono infatti vincolate alla qualifica di imprenditore agricolo professionale. @ Il vero simbolo della bandiera europea non sono le stelle, bensì il croissant. E’ la provocazione lanciata simpaticamente da Paolo Sebastiani, che su La Verità racconta come il dolce a mezzaluna fu inventato nel 1683 da un pasticcere viennese per celebrare la vittoria sui turchi, che impedì l’avanzata dell’Islam nel Vecchio Continente. @ E a proposito di Europa, fa ancora discutere il trattato di libero scambio siglato tra Europa e Canada. Un accordo favorito dalle politiche protezionistiche imposte dal presidente Usa Donald Trump, che hanno spinto il Paese nordamericano a sondare mercati alternativi rispetto a quello americano e lo hanno reso una sorta di “ponte d’Europa”. Lo spiega su Italia Oggi Luisa Contri. @ Viticoltori delle Langhe uniti contro i vincoli imposti dall’Unesco. Nonostante i benefici economici e turistici portati alle colline di Langhe, Roero e Monferrato dal riconoscimento Unesco, i produttori di vino hanno alzato gli scudi contro le limitazioni imposte dallo stesso a tutela dell’ambiente. A far traboccare il vaso è stata la proposta di variante del Primo piano regolatore tarato sulle linee guida dei paesaggi Unesco, che ha fatto infuriare non solo i vignaioli ma anche Coldiretti, Cia e Confagricoltura, al lavoro proprio in queste ore per presentare le osservazioni alla proposta (ora al vaglio di Regione e Provincia n.d.r). (La Stampa) @ E a proposito di Unesco, hanno raggiunto quota 1 milione e 300 mila le firme raccolte a sostegno della candidatura dell’ “arte dei pizzaioli napoletani” a bene immateriale dell’Umanità. Lo ha annunciato il promotore dell’iniziativa #pizzaUnesco, Alfonso Pecoraro Scanio. “Ma l’obiettivo è arrivare a 2 milioni”. (QN)