Si sfoglia, si legge e si ordina con un clic. Sempre più italiani scelgono il pranzo da consumare in ufficio attraverso un’app, ma per gli esperti questa nuova moda non è sempre salutare; la scelta affidata a una foto non consente di valutare gli aspetti nutrizionali del piatto e il consumo fatto alla scrivania invita (troppo) alla sedentarietà. (La Repubblica) @ Riconoscimenti in vista per il cioccolato di Modica, che arriva ai tavoli del Parlamento UE per ottenere l’Igp. Il prodotto tipico della Sicilia orientale conta 23 produttori (riuniti in un Consorzio) che realizzano ogni anno 12milioni di barrette e un export in crescita verso Germania, Stati Uniti, Russia e Giappone. “Un riconoscimento che permetterà di impedire mistificazioni di un prodotto antichissimo, di cui possediamo il know how da tre secoli” ha commentato il presidente del Consorzio, Salvatore Peluso. (La Repubblica). @ Dal cioccolato alla pasta, protagonista la scorsa settimana del Barilla Pasta World Championship, il campionato mondiale che ha visto trionfare Accursio Lotà, chef di origini siciliane ma trapiantato in California che ha sbaragliato la concorrenza reinterpretando la carbonara in chiave marinara. “La mia base - ha spiegato - è un carpaccio di ricciola con gamberi rossi di Mazara. Nel mezzo, i classici spaghetti, mantecati con uova…di mare”. (Repubblica) @ E dal Sud Italia arriva anche Reolì, l’azienda calabrese che, in collaborazione con la diocesi di Cassano allo Ionio, valorizza un brevetto di “reologia” dell’Università delle Calabria e produce un olio spalmabile molto apprezzato anche al Nord Europa. Lo abbiamo conosciuto a Golosaria e oggi ne parla Paola Scarsi su Avvenire. @ Gli inglesi preferiscono i pop-corn. In Grand Bretagna i consumi di mais scoppiato viaggiano con il vento in poppa, con un mercato da 172milioni di euro. Le motivazioni? Sono considerati un’alternativa più “salutare” alle classiche chips di patate e i nuovi gusti lanciati sul mercato sono decisamente gourmet; dal formaggio di capra alla salsa teriyaki fino al gusto gin tonic. (Italia Oggi) @ Intanto, in bassa Valsesia si è appena conclusa la vendemmia della vigna santa. Di proprietà della curia, si tratta di un piccolo fazzoletto di terra recuperato dai soci del Comitato del Carnevale da cui si ricava un vino dai piacevoli effetti euforizzanti. Che però si beve solo a Carnevale, nella “Truna dal Giuàn”, la cantina sede del comitato. Marcello Giordani su La Stampa.