Bistecche da Tiffany. E’ il titolo scelto da Massimo Gramellini per denunciare l’ennesima truffa ai danni di turisti in viaggio in Italia. Il “fattaccio” è accaduto a Venezia, dove un gruppetto di giapponesi ha dovuto far fronte a un conto a dir poco sanguinoso: 1.100 euro per quattro bistecche pagate a peso d’oro. Stessa (triste) sorte anche per 3 compagni che hanno optato per una pizzeria, ai quali è stato chiesto di corrispondere 115 euro a testa per un piatto di spaghetti. “Les italiens”, verrebbe da dire; peccato che il proprietario del ristorante-gioielleria non fosse italiano, ma cinese. E il gestore egiziano. “La bellezza produce un pessimo effetto su chi la possiede - scrive Gramellini - Lo stimola a farsela pagare cara, trascurando il resto. Raramente si troverà un grande ristorante in un luogo ameno. Dove c’è una bella vista, spesso ci sono una bistecca bruciata. E un conto bollente”. (Corriere della Sera) @ Anche i grandi chef riscoprono gli avanzi. Sono sempre di più i cuochi e le multinazionali che sposano progetti etici e sostenibili per ridurre al minimo le eccedenze e salvaguardare le risorse; da Norbert Niederkofler, l’ideatore della rassegna Care’s che cucina solo ciò che appartiene alla sua montagna, a Massimo Bottura, che ha annunciato l’apertura di un nuovo refettorio anche a Torino. Da Paul Ivic, che nel suo Tian di Vienna usa frutta e verdura con l’obiettivo del non spreco a grandi marchi come Lavazza, che attraverso il progetto Tierra! lavora per migliorare le condizioni di alcune comunità di produttori di caffè. (La Stampa) @ “Non siamo grassi, siamo gonfi”. Parola del nutrizionista Nicola Sorrentino, che su La Verità individua cause e rimedi al gonfiore che attanaglia in egual misura uomini e donne e che spesso è frutto di diete sbagliate, intolleranze alimentari, allergie, scompensi ormonali o ritenzione dei liquidi. “Con pochi accorgimenti- conclude Sorrentino - è però possibile sgonfiarsi senza far mancare nulla all’organismo”. @ Maretta alle guide dell’Espresso. Dopo l’addio di Luciano Pignataro e Guido Barenson, ieri anche Antonio Paolini ha notificato via Facebook di voler lasciare il comitato di direzione. “Non c’erano più le condizioni” ha spiegato il curatore della guida ai vini. (Attendiamo sviluppi…)